È venuta a mancare di recente, a Vivo d’Orcia, la maestra Lea Florini, punto di riferimento per generazioni di vivaioli, che con lei erano cresciuti ed avevano imparato, insieme alle materie scolastiche, valori importanti quali il rispetto e la rettitudine morali, l’aiuto e la lealtà reciproche. Era nata nel grossetano, a Roccatederighi, nel 1929; aveva condotto gli studi magistrali a Siena e giunse al Vivo per il suo primo incarico nel 1951. Appena venti giorni prima di lei si era insediato nella sua prima condotta il dottor Luigi Bernardini da Bettolle: entrambi convinti, in partenza, di rimanere in questo paese il tempo strettamente necessario a trovare una sistemazione più vicina alle loro origini. Galeotta fu però la richiesta di una cura ricostituente per la quale la maestrina, cagionevole di salute, chiese aiuto al medico, il quale non voleva poi saperne di ricevere compenso per il ciclo di iniezioni effettuate e si accontentò di pochi spiccioli per non imbarazzare la paziente alla quale, in tutta evidenza, non rimase indifferente. Il destino, e le loro volontà, avevano però altri progetti, tanto da decidere, al momento della pensione, di rimanere nel paese più alto del cono amiatino, che all’ufficio del turismo della Città del Palio descrissero a lei, allora, come “più in là della fine del mondo”. La maestra Lea ha saputo coniugare nella sua vita, con giusto equilibrio, i diversi ruoli e compiti di insegnante, moglie del medico condotto del paese, mamma di Cinzia (a sua volta medico) e poi nonna di Camilla e Daria, senza mai far pesare i primi due nei confronti della popolazione, della quale seppe apprezzare l’autenticità e la schiettezza, ricambiata da cordialità e simpatia. Diversi racconti e aneddoti a conferma di questi genuini rapporti ha raccolto sua figlia in un libretto assai gustoso (“Vita al Vivo” – Effigi editore): fra i tanti citiamo il grande impegno di giovani ed uomini che si dettero da fare per liberare le strade dopo un’abbondante nevicata durante le festività natalizie del 1956: un’ambulanza doveva trasportare in ospedale la mamma della maestra Lea, che si era sentita male. La donna, purtroppo, non sopravvisse, ma Lea ha sempre ripetuto, riferendosi a quello e ad altri episodi: “Mai dimenticarsi di chi ti ha fatto del bene”.