Il Castello di Potentino annuncia la sua intenzione di proteggere e mantenere l’ambiente locale, la sua storia e la sua natura unici diventando un “Rifugio Naturalistico”, primo passo verso la creazione del contesto di un parco nazionale (da stabilire) per il Monte Amiata, che diventerà Parco Del Monte Amiata.
“L’idea – spiega Charlotte Horton presidente del castello – è anche di avviare una rete di denominazioni geografiche di origine protette per gli habitat naturali, come si è fatto per specialità alimentari e viticole (A.O.C in Francia D.O.C o D.O.P in Italia).
Il Monte Amiata è il secondo vulcano più alto (ora estinto) in Italia e ha un ecosistema distintivo. È sede di molte specie rare di flora e fauna, fornendo acqua potabile a quasi un milione di persone in Toscana e Lazio, considerato dagli Etruschi la Montagna Sacra e la loro casa spirituale. Quello dell’idea dell’Amiata parco nazionale era un’idea discussa decenni or sono in montagna. Poi non se ne fece di nulla per i troppi lacci e impedimenti che un parco di tal di fatta impone a un territorio. Ora qualcuno torna all’attacco. Ma lo stesso sindaco di Seggiano Gianpiero Secco che parteciperà alla conferenza è molto titubante: “ Quella del castello di Potentino come rifugio naturalistico è un’idea di un privato- dice- nulla di più. Per ciò che invece concerne il parco nazionale, faccio una considerazione da cittadino e non da sindaco – tiene a precisare -e da cittadino mi chiedo se l’istituzione di un parco, ad esempio da Capovetra in su potrebbe avere ricadute e benefici economici per noi. Ma sarebbe un parco nazionale solo per Seggiano. Un parco dei faggi ad esempio? Occorre pensare ai pro e ai contro. Mi devo documentare”.
Decisa e contraria, invece, la posizione del presidente Unione comuni Jacopo Marini: “L’idea di un parco nazionale a sola vocazione naturalistica non mi trova d’accordo. La nostra montagna – spiega – contiene più vocazioni economiche e non solo da ora, vocazioni testimoniate anche in un passato più recente e più lontano, basti pensare alle miniere, alle cave di terra gialla, alla farina fossile: agricoltura, pastorizia, industria piccola e media, turismo, fonti di energia rinnovabile. Rete di piccole industrie, dalla meccanica all’agroalimentare che mantengono in vita il nostro territorio. Fra queste vocazioni va trovato un giusto equilibrio e certo non è possibile questo equilibrio sotto l’unico ombrello di un parco nazionale. Noi ci candidiamo come luogo di residenza per famiglie, con servizi ottimi, compresi quelli sportivi e a prezzi bassi. Famiglie che qui possano portare avanti il loro progetto di vita. Non possiamo certo ingessarci in un parco naturalistico”.
Anche il sindaco di Castel del Piano Claudio Franci non condivide l’idea: “Non lo vedo nemmeno veicolo di risorse – dice – e questo sarà accentuato anche in futuro, perché il trend ministeriale è di ridurre il numero dei parchi per mancanza di risorse da erogare loro. Sarei dunque molto prudente prima di lanciarmi in una simile avventura. Fra l’altro rischiamo di entrare in un ginepraio di vincoli e laccioli da cui sarebbe difficile uscire.”. E aggiunge pure che l’Amiata, in quanto a tutela, è già molto tutelata. “Abbiamo – dice – una certificazione eccellente per il legname del nostro bosco e poi zone protette, parchi e riserve in quantità. Non andrei più avanti di così”.