Dalla casa editrice Effigi arriva in Libreria il lavoro di Pier Paolo Fiorenzani su recenti e scomode storie nostrane che un certo andazzo punta a gettare nel dimenticatoio.
Sono Tracce di Comune, di Provincia e di Monte dei Paschi di Siena – per non dimenticare, fatti e misfatti, scelte e colpe precise di uomini delle Istituzioni, della politica e dell’associazionismo più variegato, gruppi di affari, faccendieri e personaggi di varia umanità i quali, tuttora e con incallita faccia di bronzo, vorrebbero predicare la civica virtù, magari continuando a razzolare. Tracce raccontate e commentate a mo’ di doculibro, ovvero accompagnate da documenti e ritagli di cronaca giornalistica. Il tutto a prescindere dalla consecutio temporum – si tratta appunto di tracce – che invece spetta al rigore della ricerca e della storia. Con metodo etico-cronistico si vuole – dunque – sollecitare ogni più oggettiva valutazione, per salvare almeno il futuro.
Gustose e pungenti “chicche” separano i capitoli dedicati al Comune di Siena e alla massacrata Amministrazione Provinciale da quelli sul Monte dei Paschi, per alleggerire il confronto-scontro politico. Inoltre una prima appendice rendiconta i risultati dell’impegno assessoriale dell’autore svolto sempre in esclusivo spirito di servizio alla città.
Poiché le più grosse fregature in danno di Siena vengono sempre perpetrate nei giorni di Palio, quando la febbre dell’attesa cresce e distrae, Le Tracce di Monte dei Paschi premettono il fatidico 14 agosto 1995, quando cioè la Banca è stata trasformata in S.p.A. e sviluppano, poi, certi passaggi temporali dello scippo del Monte, che ha radici antiche e responsabilità attuali. Riconosce ciononostante l’importanza del dovuto intervento statale, dopo l’ennesimo, ultimo, rovinoso e mancato aumento di capitale, fino ai decreti del Tesoro dell’Agosto 2017, che diventa azionista largamente maggioritario della ex Banca di Siena. La documentata cronaca, la cui tragedia attraversa gli anni ’90 e oltrepassa i primi tre lustri di questo nuovo secolo, mette a nudo colpe e reticenze di un articolato e sistematico disegno – romano e sovranazionale – di desenesizzazione del Monte. Il lavoro di Fiorenzani si conclude con significativi brani tratti dai suoi interventi nelle assemblee di MPS S.p.A. non per autocelebrazione, ma per la cronaca e per la storia di atti, fatti e vicende inimmaginabili al tempo della prodigiosa crescita dell’Istituto di Credito di Diritto Pubblico in Italia e nel mondo. Da rimpiangere.