Terra madre interagisce con l’unesco per spiegare ai giornalisti al «circolo dei lettori» il valore dei patrimoni culturali immateriali

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Al «Circolo dei Lettori», nell’ambito della collaborazione con Terra Madre Salone del Gusto 2018, nella Sala Grande del prestigioso Centro culturale sabaudo, il 21 settembre 2018 (ore 15 -19)-, è previsto un incontro con i giornalisti, organizzato da Terra Madre Salone del Gusto e dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità, con il supporto di Energeo Magazine e dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, insieme al Co.Svi.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) e al Comune di Arcidosso, sul tema: «La conoscenza dei patrimoni culturali immateriali, con particolare riferimento a quelli con riconoscimento UNESCO» L’incontro è inserito nel programma collaterale della manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito, giusto e sano per tutti che ha rimodellato i propri confini per offrire alle centinaia di migliaia di visitatori e agli espositori e delegati provenienti da tutto il mondo nuovi aspetti riguardanti anche temi di grande attualità. Tra gli argomenti affrontati al «Circolo dei Lettori» dal Comitato esecutivo di Slow Food Italia e dalla stessa struttura della Chiocciola che tutela la Biodiversità, con il supporto della periodico torinese dedicato ai territori, facendo particolare riferimento alle tematiche che riguardano il Patrimonio UNESCO, è previsto l’avvio di un percorso nuovo, a livello nazionale, destinato ai giornalisti i quali potranno acquisire crediti formativi per l’aggiornamento professionale (legge 148/2011) per far conoscere i variegati aspetti della Convenzione UNESCO 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

L’Ordine dei Giornalisti del Piemonte insieme ad altri prestigiosi partners, tra cui la Cattedra UNESCO dell’Università di Torino e la Fondazione del Patrimonio UNESCO Sicilia, e la stessa Associazione della Chiocciola desiderano far conoscere agli operatori dell’informazione l’importanza del patrimonio culturale immateriale in quanto fattore principale, trainante della diversità culturale e garanzia di uno sviluppo duraturo, come viene sottolineato nelle continue Raccomandazione UNESCO sulla salvaguardia della cultura tradizionale e della tutela dei valori e dei linguaggi e della diversità culturale, in considerazione della profonda interdipendenza fra il patrimonio culturale immateriale e il patrimonio culturale materiale e i beni naturali.

 

 

Incontro ravvicinato con il nuovo  Comitato esecutivo di Slow Food Italia

 

Sarà certamente evidenziata in questo esclusivo incontro l’urgenza di rinnovare il dialogo fra le comunità, al fine di evitare gravi pericoli di deterioramento, scomparsa e distruzione del patrimonio culturale immateriale, a causa della mancanza di risorse per salvaguardare tali beni culturali. Il nuovo Comitato esecutivo di Slow Food Italia, al suo debutto ufficile, insieme alla Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Energeo Magazine e tutti i partners che hanno preso parte ad una precedente giornata di studio ad Arcidosso, alle pendici del Monte Amiata, metteranno a regime nella medesima riunione nel prestigioso Circolo Culturale sabaudo, un’ azione dirompente che verrà attuata da una partnership necessaria per far decollare un progetto già condiviso con l’Associazione della Chiocciola di «Osservatorio Istituzionale Permanente» che servirà per «mappare», utilizzando una piattaforma innovativa, nel territorio nazionale, le isole di esperienze che possono anche auspicare una possibile candidatura nella lista dei «patrimoni culturali immateriali»UNESCO. Lo stesso Slow Food Italia annuncerà, sempre in questa occasione, l’avvio di un percorso di candidatura che riguarda il patrimonio Alimentare degli Appennini da sviluppare, con un progetto particolareggiato, in una scala comprendente l’intera dorsale e i rilievi ai margini della medesima catena montuosa appenninica, nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. Si dovrà indicare un nuovo ed esclusivo tragitto tradizionale che non considera le comunità locali come riceventi passivi di interventi dall’alto, ma supporta processi di mobilizzazione dal basso basati sul coinvolgimento attivo della popolazione. Si tratterebbe di un’azione collettiva mai vista prima che coinvolgerebbe l’intera organizzazione dell’Associazione della Chiocciola, mobilitando le condotte Slow Food, e riprendendo l’azione degli Stati Generali degli Appennini. Nell’ambito della giornata di studio di Arcidosso sul «Patrimonio immateriale UNESCO e Sviluppo locale» del giugno scorso, venne già annunciata questa nuova iniziativa di Slow Food e della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, che mira a promuovere attraverso un approccio interdisciplinare e partecipativo, il Patrimonio Culturale Alimentare dell’Appennino. Si vorrà utilizzare come punto base la cultura del castagno che rappresenta nella bassa Toscana il filo rosso della civiltà dell’area amiatina, della quale l’ «albero del pane» è stato l’impronta digitale, scrivendone la storia economica e sociale per secoli e contribuendo alla nascita, nell’immaginario collettivo, di un patrimonio di storie, leggende, riti, feste, cerimoniali che ancora oggi segnano, nella vita comunitaria, le tappe del ciclo dell’anno e il passaggio delle stagioni. Queste candidature innovative sull’agroalimentare unite alla ricerca dei valori nutritivi degli alimenti e alla biodiversità, senza trascurare la sostenibilità ambientale, tanto nel materiale che nell’immateriale, possono aprire altresì la strada alla candidatura, transnazionale UNESCO dei Presidi Slow Food, promossa dalla Fondazione Slkow Food per la Biodiversità.

A conclusione del Workshop un nutrito gruppo di Maestri Cioccolatieri Piemontesi presenteranno una proposta di tutela della lavorazione del Giandujotto e del cioccolato utilizzando il metodo classico della tradizione torinese.

La Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili della Toscana che collabora attivamente con l’Università degliStudi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo attraverso scambi con docenti ed allievi utilizzati per affinare lecompetenze previste nel loro corso di laurea triennale in scienze gastronomiche, offrirrà al termine del workshopun assaggio dei caratteristici prodotti del territorio ottenuti attraverso l’utilizzo di energie pulite che permettono la sostenibilità dei loro cicli produttivi: in primis la geotermia.

 

 

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