Giovedì 10 agosto alle ore 18.00 nel Giardino Comunale di Castell’Azzara verrà presentato il nuovo libro di racconti di Stefano Lucarelli “La vita seconda dei paesi“. Interverranno l’editore Mario Papalini e Rossano Pazzagli dell’Università degli Studi del Molise che ha curato la prefazione del volume.
Stefano Lucarelli, nato Roma 1963, e domiciliato ora a Castell’Azzara (GR), narratore e autore di teatro civile, ha pubblicato il primo libro di racconti, La trama dei gesti (2015), e il secondo (utilizzando solo 100 parole per racconto), Fermo Immagine (2019), sempre con Edizioni Effigi. Negli anni ha partecipato e vinto in diversi concorsi letterari, tra cui: Amiata in cammino e Pensieri Aperti, e altri indetti in molte regioni italiane.
Con questo nuovo libro di racconti, La vita seconda dei paesi (Effigi), Lucarelli, ci introduce all’interno di un percorso personalissimo di indagine sull’universo “paesano”, fatto di persone, di cose, di oggetti, di ruoli e di avvenimenti che andando l’oltre l’appartenenza e la geografia, ci permette di leggere un nuovo mondo appenninico. E così, pur facendo riaffiorare personaggi ben individuabili del tessuto di un qualunque paese come il prete, il sindaco, la maestra e altri, sembra affiorare una nuova misura delle cose, una diversa inclinatura degli avvenimenti. Non è dunque un libro autobiografico, o diaristico, fatto di testimonianze e fatti precisi, ma un testo rielaborato dall’esperienza degli anni vissuti all’interno del territorio dove vive. I suoi racconti, ironici e poetici al tempo stesso, elaborati con una scrittura matura e ricercata, si fermano ad osservare i cambiamenti e le opportunità del territorio appenninico facendo scorgere una “seconda vita” dei paesi, come ben descrive il titolo della raccolta.
Testi realizzati all’interno di una cornice non più metropolitana ma surrogata da una scelta di vita che ha portato l’autore a vivere su queste pendici dal 2011. E citando le sue parole, tratte dall’introduzione, si percepisce bene la frequentazione di persone, la contemplazione dei luoghi e l’affetto per le tante spigolature caratteriali: “…E così in uno spazio più dilatato ho letto quelle vicende, le ho scorse nelle pubblicazioni e dentro le memorie scritte o raccontate tra un bicchiere e una camminata. Storie inchiostrate, ora, all’interno di queste pagine piene di righe. Alcune vere, altre decisamente romanzate, che m’hanno intrigato, permettendomi di andare un po’ più in là di uno scorcio, un terreno erboso, un panorama divenuto finalmente paesaggio, il rigo di una ruga aperto sul petto.
Non ha importanza quanto ci sia di credibile, ha importanza quanto ci sia di autentico in quel dentro di me che s’è fatto narratore definito di cose e di genti.”