700 pagine, molte rassicurazioni e una conferma: “un quadro piuttosto sfavorevole per numerosi indicatori epidemiologici, sia di mortalità che di morbosità, in particolare nei comuni dell’area dell’Amiata”. 840.000 euro per dire che bisogna continuare ad “osservare” il fenomeno senza interferire con l’attività geotermica
Che l’epidemiologia non sia una scienza esatta e che i risultati degli studi epidemiologici possano essere interpretati in vari modi, come una coperta che ciascuno può tirare dalla sua parte, ne abbiamo avuto varie dimostrazioni, anche in questi due drammatici anni pandemici; e naturalmente la presentazione dei risultati dello Studio InVETTA non si è sottratta a questa regola, con la Giunta regionale concordemente schierata a sostenere, all’unisono, che la salute degli amiatini non ha niente a che vedere con le emissioni prodotte dallo sfruttamento geotermico in atto nell’area.
In realtà il comunicato stampa (1) emesso dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) che accompagna la pubblicazione dei tre volumi (2) che compongono lo studio di circa 700 pagine (che ci riserviamo di analizzare nei dettagli), qualcosa di più problematico lo lasciano intravedere, come si può rilevare dall’affermazione “…Anche i lavoratori presso le centrali geotermiche, sebbene costituiscano un sottocampione poco numeroso, hanno mostrato livelli urinari di tallio e di mercurio più alti rispetto al resto dei partecipanti…”; cioè, mentre i soggetti esaminati appartenenti al campione presentano concentrazioni di metalli nel sangue e nelle urine già superiori alla norma, coloro che svolgono la loro attività lavorativa all’interno delle centrali hanno valori di mercurio e tallio ancora superiori.
Basterebbe questo a smentire le affermazioni trionfalistiche, in particolare dell’Assessore all’ambiente Monia Monni, secondo la quale si apre ora concretamente la possibilità quantomeno di raddoppiare il numero e la potenza delle centrali geotermiche da autorizzare, anche in Amiata.
Ma c’è un altro passaggio del comunicato stampa dell’ARS che merita attenzione, ed è dove si dice, riguardo allo studio epidemiologico commissionato dalla Regione Toscana alla Fondazione Monasterio del CNR di Pisa e pubblicato nel 2010, che “… Da questa analisi emerse un quadro piuttosto sfavorevole per numerosi indicatori epidemiologici, sia di mortalità che di morbosità, in particolare nei comuni dell’area dell’Amiata…”. Con 12 anni di ritardo si ammette (3) quanto Sos Geotermia ha sempre denunciato (4), cioè che i risultati di quella ricerca, che evidenziava la presenza di morti per malattie tumorali nei maschi superiori fino al 30% rispetto ai dati regionali in alcuni comuni maggiormente esposti alle emissioni delle centrali, non erano poi così tranquillizzanti come invece sostenevano all’epoca, tanto che, forti di tali affermazioni, autorizzarono la realizzazione della centrale Bagnore 4 (5).
L’ultimo aggiornamento di questo studio agli anni 2010-2017 per la mortalità e 2015-2019 per l’ospedalizzazione è stato presentato insieme all’indagine InVETTA: ebbene, il tasso di mortalità generale negli uomini rimane più alto, rispetto al dato regionale, del 5% (era +13% nel periodo 2000-2006), mentre la mortalità per tumori risulta ancora più elevata dell’11% (era +19%); in linea con i precedenti aggiornamenti si confermano gli eccessi di mortalità per malattie respiratorie, più consistenti negli uomini (+21%), in particolare per malattie respiratorie acute (+58%), quali la polmonite (+45%).
Sappiamo che l’indagine InVETTA si basa su un’altra metodologia di analisi forse più adeguata e più approfondita che, come detto, ci proponiamo di valutare nel dettaglio, ma crediamo che i risultati appena richiamati dovrebbero indurre i nostri governanti ad una maggiore prudenza nel prevedere il raddoppio delle centrali. In questo vediamo una drammatica continuità della Giunta regionale e delle assessore all’ambiente, da Rossi a Giani (6) dalla Bramerini, alla Fratoni, alla Monni. (7)
Come Sos Geotermia e come Rete NoGesi non possiamo che ribadire che è ora di una moratoria generale sulla geotermia esistente e di progetto ed investire sulla valorizzazione ambientale dei territori, delle produzioni locali, del turismo sostenibile ed anche la ricerca di fonti energetiche realmente compatibili con la salute e l’ambiente.
Sos Geotermia – Rete Nazionale NOGESI
Note:
(2) https://www.ars.toscana.it/2-articoli/4688-geotermia-e-salute-in-toscana-rapporto-2021.html
(3) https://sosgeotermia.noblogs.org/2017/02/15/incredibili-ars-e-arpat-tirano-dritto-come-nulla-fosse/
(5) https://sosgeotermia.noblogs.org/2016/04/12/clamoroso-sul-rilascio-della-via-su-bagnore-4-vergogna/