Si torna a fare il carbone in Amiata. Ma senza l’antica carbonaia. Si userà un forno ultima generazione. Sta per essere studiato e realizzato a Santa Rita (Cinigiano) un nuovo prototipo di carbonaia (forno mobile), che poi prenderà stanza a Seggiano alimentato da legname certificato. Un progetto che viene da lontano e che adesso sta per vedere la luce, grazie al progetto “ricacci” (recupero innovativo carbonizzazione e attivazione di certificazione “energetico-forestale” coordinata e inclusiva). L’incontro per dargli le gambe, si è tenuto alla Cia di Arezzo, alcuni giorni fa. Il progetto “ricacci” è uno di quelli inseriti nel nuovo PIF sulla filiera Foresta-legno ed Energia, denominato “FOGLIE”, uno dei 39 approvati dalla Regione Toscana. Il Consorzio Forestale dell’Amiata è il capofila del PIF, con un investimento complessivo di 4.000.000 di euro. Il Presidente del Consorzio Forestale Fiorenzo Caselli ritiene, oltre all’importanza economica che il PIF riveste per l’Amiata, che “il progetto ricacci sia innovativo e strategico per il settore forestale e garanzia per i consumatori”. Al progetto “FOGLIE” partecipano i conduttori forestali e le micro-imprese che operano nella trasformazione e commercio del legname e delle biomasse. Al suo interno, dunque, compare il progetto “ricacci”, capitanato dalla Cooperativa Agricola Eco-Energie di Subbiano (AR) e messo a punto da alcuni centri di ricerca, imprese agricole, forestali e meccaniche, il Consorzio Forestale dell’Amiata e la CIA Toscana. Prendono parte al progetto, due Università, di Padova e della Tuscia di Viterbo, un centro di ricerca privato la Next Techonology Tecnotessile di Prato, il Consorzio Forestale dell’Amiata di Arcidosso (Gr), La Morini Libero, impresa forestale di Abbadia San Salvatore (Si), la B&C Technosistems S.r.l, azienda meccanica di Cinigiano (Gr), l’Aiel (Associazione Italiana Energie Agroforestali) e la CIA Toscana. Il progetto ricacci è costituito da due sottoprogetti. Con il primo, guidato dal Consorzio Forestale dell’Amiata attraverso il Presidente Fiorenzo Caselli e i tecnici Paolo Franchi e Francesca Galli e l’Università di Viterbo con il Professor Rodolfo Picchio, sarà studiato e realizzato un nuovo prototipo di carbonaia (forno mobile), che nascerà a Santa Rita (Cinigiano) attraverso la B&C Techonositems S.r.l. con il supporto di Massimo Roggi e della Next Techonology Tecnotessile di Prato; il forno poi troverà casa a Seggiano (GR) per le dovute sperimentazioni, con il legname certificato, che sarà fornito dalla Ditta Morini Libero. Altri risultati attesi dal sottoprogetto sono l’aumento dell’efficienza del processo di carbonizzazione vegetale e l’aumento della qualità del carbone. Della divulgazione del progetto e dei risultati si occuperà la CIA Toscana e del Coordinamento del Progetto lo Studio Agricis con il Dott. For. Giovanni Alessandri.