Ha suscitato grande interesse il progetto realizzato dal Gruppo Operativo BIOACTAM (acronimo di BIOCHAR: Innovazioni ottenute attraverso carbonizzazioni testate in Amiata e Maremma) portato avanti da ben 13 partner che si sono messi insieme grazie ad un bando della Regione Toscana relativo ai Piani Strategici dei Gruppi Operativi del PSR, per innovare la carbonizzazione vegetale e produrre biochar, ovvero carbone sminuzzato con residui agricoli e forestali.
Nella Sala Polivalente di Saragiolo, venerdì 16 giugno 2023 alle ore 9.30 saranno presentati i risultati delle sperimentazioni compiute sulle colture agricole con l’utilizzo di carbone e biochar prodotto, la carbonizzazione innovativa messa a punto con la presentazione del prototipo di forno e gli effetti del progetto BIOACTAM.
È stato scelto Saragiolo nel Comune di Piancastagnaio per l’evento finale poiché vi ha sede la Segheria Enrico Vinciarelli che è uno dei partner principali del progetto ed è quello che accoglie il primo forno prototipo per la produzione di biochar in Amiata. Nel pomeriggio della giornata conclusiva, alle ore 15.00, sarà possibile visitare il forno di carbonizzazione in funzione presso la sede aziendale di Vinciarelli.
Il progetto che ha visto la partecipazione di molte aziende del territorio assieme ad importanti centri di ricerca universitari è nato con l’obiettivo di risolvere alcune criticità agricole, come quella dell’utilizzo dei residui di potatura degli olivi o degli “scarti” delle attività forestali, in un’ottica di economia circolare e tenendo presente della difficoltà che le colture agricole presentano nel nuovo scenario dei cambiamenti climatici. Infatti, la produzione di biochar con i residui agro-forestali, scongiura la pratica dell’abbruciamento in campo, che produce CO2 e ci fornisce un prodotto, il biochar appunto, che migliora la produttività delle colture agricole, in modo sostenibile poiché fissa il carbonio all’interno del prodotto.
Sicuramente il risultato più importante del progetto è stata la realizzazione del prototipo innovativo di forno di carbonizzazione per la produzione di biochar, realizzato dalla B&C Technosystems S.r.l. di Borgo Santa Rita, Cinigiano, con il supporto scientifico della Università della Tuscia – DAFNE ed installato presso la Segheria Vinciarelli di Saragiolo. Con questo forno è iniziata ufficialmente, se pur in modo sperimentale, la produzione di biochar sull’Amiata.
Il Biochar, che non è altro che un carbone di limitata pezzatura, fa parte di una nuova generazione di prodotti basati sulla pirolisi parziale di biomasse legnose derivanti da residui delle attività forestali ed agricole, che può essere usato in agricoltura come ammendante o per altri svariati usi sia in forma grezza sia se attivato chimicamente, biologicamente o fisicamente.
Il partenariato di BIOACTAM, organizzato secondo la formula dei Gruppi Operativi, che prevedono l’affiancamento delle aziende agro-forestali ad enti di ricerca, pubblici e/o privati, e a soggetti che operino il trasferimento tecnologico e la formazione, lo studio delle proposte progettuali ha trovato, nella realtà territoriale grossetana, i principali attori e promotori delle proposte: il Consorzio Forestale dell’Amiata che è capofila del progetto, la Segheria Vinciarelli di Saragiolo, l’Azienda Agricola Orti di Maremma di Federico Comandi di Gavorrano, l’Azienda Agricola Bussolino Roberta di Seggiano, l’Azienda Agricola Antico Frantoio del Parco Cooperativa Sociale di Alberese, la Qualiterbe S.r.l. di Pitigliano, la B&C Technosystems S.r.l. del gruppo CERTEMA (Polo Tecnologico di Grosseto e riferimento del territorio per l’innovazione), il Consorzio Olio di Seggiano DOP, insieme ai centri di ricerca della Toscana e del Lazio (Consorzio interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM) sezione Phytolab- Universita` di Firenze, ISIS Leopoldo II Lorena di Grosseto (CRISBA), Università della Tuscia – DAFNE).
Le attività del progetto sono state numerose, sia in laboratorio, sia in campo. Le prove sulle colture agricole con il biochar prodotto hanno dato dei risultati molto incoraggianti, ma la sperimentazione dovrà continuare anche negli anni a venire.
Il Presidente del Consorzio Forestale Fiorenzo Caselli, Capofila del progetto, ricorda che – Attraverso i progetti di innovazione sull’Amiata si stanno creando le basi produttive per riattivare la filiera del carbone vegetale, ma in un modo del tutto innovativo e sostenibile, a partire dalla carbonella per le grigliate, fino al biochar per usi ammendanti in agricoltura.
Commenta il Coordinatore Scientifico del progetto il Prof. Rodolfo Picchio della Università della Tuscia – DAFNE – Vi è un forte interesse sul biochar, in quanto dalle prime sperimentazioni condotte, i risultati sono molto promettenti, infatti, le piante cresciute in presenza di carbone vegetale hanno mostrato un maggiore sviluppo rispetto a quelle non trattate, evidenziando così le potenzialità del prodotto come stimolante di crescita, anche nella parziale sostituzione della torba per le colture fuorisuolo.
Conclude il Dott. Giovanni Alessandri Coordinatore Tecnico del Gruppo Operativo BIOACATM – Il progetto BIOACTAM è un esempio di collaborazione attiva fra le diverse realtà territoriali ed economiche con risultati molto innovativi nel settore agro-forestale ed in linea con le esigenze del momento in un contesto di economia circolare: la realizzazione del primo forno per la produzione di biochar, l’attivazione della filiera del carbone vegetale sull’Amita, le prime risposte del territorio agro-forestale all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.