Selvena: La Patata Biancona del Faggeto studiata dall’Università di Siena per una sua caratterizzazione e iscrizione nel repertorio regionale del germoplasma autoctono.
L’Amiata è terra di prodotti tipici di alta qualità e non si ferma negli ultimi anni il recupero delle vecchie cultivar di prodotti agricoli. Dopo la Pera Picciola ad Abbadia San Salvatore, la Cipolla della Selva a Santa Fiora e la Patata delle Macchie ad Arcidosso, anche nel Comune di Castell’Azzara, nella frazione di Selvena è iniziato un percorso scientifico di valorizzazione e caratterizzazione di una antica varietà di patata del territorio chiamata “Biancona del Faggeto”. Si è appena conclusa con successo la Sagra del Tortello Selvignano, fatto non con ricotta e spinaci ma con ripieno di patate, e già si parla di come valorizzare questo importante prodotto montano che è la patata e che ha fatto la fortuna di tanti territori. Anche per questa antica cultivar (detta appunto “Patata Biancona del Faggeto”) custodita dalla Pro Loco di Selvena è iniziato un percorso di studio e caratterizzazione organolettica destinato ai futuri coltivatori. Quello dello sviluppo dal basso di microfiliere locali di frutti ed ortive nel territorio del Monte Amiata, con il fine di caratterizzarle e farle divenire interessanti e potenzialmente di impatto economico sul territorio è una costante degli ultimi decenni e sta dando dei risultati al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Il progetto di recupero della “Biancona del Faggeto” è nato da qualche anno sul Monte Amiata, nella frazione di Selvena per volontà della Pro Loco, con l’obiettivo di contrastare la riduzione della biodiversità agricola, attraverso la caratterizzazione, reintroduzione e valorizzazione di una cultivar locale di patata. La “Patata Biancona” ha la caratteristica di crescere in maniera ottimale nel territorio montano, nelle vicinanze di boschi e anche all’interno di aree protette montane come la Riserva del Monte Penna e nelle loro prossimità. Obiettivo principale della Pro Loco di Selvena è il recupero di alcuni terreni agricoli abbandonati facenti parte della frazione montana, anche mitigando in parte l’azione dei cambiamenti climatici ed in particolare del dissesto idrogeologico e valorizzando il mosaico ambientale e paesaggistico e le competenze rurali del territorio. Il primo supporto al recupero della “Patata Biancona del Faggeto” è stato quello del Consorzio Cooperativo Ortofrutticolo Alto Viterbese (C.C.OR.A.V.)” che già lavora nella valorizzazione della filiera pataticola nella Tuscia. Per dare valore al progetto di recupero necessitano alcuni studi e verifiche sul prodotto ed anche azioni dimostrative di buone prassi in grado di diffondere pratiche agricole innovative e compatibili con la tutela delle risorse naturali, utilizzando in particolare la varietà di patata autoctona minacciata di estinzione da iscrivere al repertorio regionale. Attualmente una parte del prodotto dell’ultima coltivazione estiva è stato conferito ai laboratori della Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Scienze della Vita, che già lavora nella caratterizzazione della Patata delle Macchie assieme al CNR-IBE. Il Dott. Marco Romi che seguirà il percorso scientifico di caratterizzazione per arrivare all’iscrizione al Repertorio Regionale del Germoplasma autoctono ricorda «Il lavoro che ci aspetta da fare in maniera coordinata ha necessità di alcuni anni di tempo, ma darà alla fine dei risultati molto importanti per il territorio, spesso inaspettati». Secondo Emiliano Sargentoni della Pro Loco di Selvena «Necessita che le aziende agricole del territorio di Selvena, ma anche piccoli coltivatori non professionali, lavorino con noi per sviluppare la coltivazione della Patata Biancona del Faggeto in modo attivare forme di responsabilizzazione nella valorizzazione, promozione e gestione del percorso di caratterizzazione del prodotto in un’ottica di rilancio della nostra frazione.» Conclude il Dott. Giovanni Alessandri dello Studio Agricis che sta seguendo alcuni progetti di valorizzazione dei prodotti amiatini «“Sulla Biancona del Faggeto” progetto di punta della Pro Loco di Selvena, intendiamo lavorare assieme ad alcuni attori fondamentali del territorio, come la Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetano, il Comune di Castell’Azzara e Genomamiata, per presentare nella prossima programmazione agricola un programma di recupero e caratterizzazione del prodotto, il tutto supportato da un coordinamento scientifico degli enti di ricerca che già lavorano in questo settore».