“Bisogna finalmente dire da che parte si sta”. Il sindaco di Manciano Marco Galli ha suonato l’adunata per sconfiggere le aggressioni dei “lupi” e le istituzioni, le associazioni e gli allevatori hanno risposto in maniera massiccia. Erano circa trecento, i pastori che si sono ritrovati al palazzetto di Manciano giovedì mattina. Di fronte a loro i sindaci di Manciano, Marco Galli, di Roccalbegna Massimo Galli che rappresentava anche i colleghi dell’Unione dei comuni amiatini, di Scansano Sabrina Cavezzini. C’era il vicesindaco di Magliano in Toscana Mirella Pastorelli, rappresentanti istituzionali di Semproniano, Pitigliano e Sorano. I sindaci di Campagnatico e Capalbio hanno mandato il loro sostegno pur non essendo presenti. Ha fatto arrivare la sua disponibilità a prendersi carico del problema anche Piero Fassino presidente dell’Anci. C’erano le associazioni di categoria, Enrico Rabazzi presidente Cia grossetana, Tullio Marcelli, rappresentante regionale di Coldiretti, c’erano esponenti di Confagricoltura. Un parterre eccellente “perché il problema è di tutti-ha rimarcato Marco Galli-perchè dopo lo sperpero di soldi pubblici per progetti senza esiti, è arrivato il momento di fare massa critica perché il percorso non si fermi fra un mese, ma che continui con forza. Ne va dell’incolumità delle persone. Devono farla finita di parlare di convivenza pecore-lupi”. Galli ha sottolineato il punto di crisi che finora ha impedito di chiudere il cerchio: “Divisione fra associazioni e perdita di fiducia”. I punti salienti toccati da Galli: manifestazioni, informazione dell’opinione pubblica, raccolta firme e abbattimenti dei predatori: “E non accetto-ha detto-di essere trattato da assassino perché parlo di abbattimenti. Se va in crisi la pastorizia, va in tilt tutto il territorio. Ci metto la faccia e sono disposto a andare avanti se troveremo unità di tutti e questo nostro risveglio sarà duraturo”. Gli applausi scroscianti dimostravano il sostegno totale degli allevatori e anche gli interventi istituzionali che si sono susseguiti gli hanno dato ragione. ”Non possiamo permetterci altro-ha detto il sindaco di Roccalbegna-che gli abbattimenti”. Stessa posizione quella dell’assessore alle predazioni di Magliano Mirella Pastorelli: “Abbattere gli ibridi-ha detto-e chiedere adeguati risarcimenti”. E così la voce di Pitigliano e Sorano e Scansano. Da tutti l’invito alle istituzioni e alle associazioni a prendere posizione. Rigoroso, l’intervento di Carlo Santarelli, presidente caseificio di Manciano: “La pastorizia tradizionale non ce la vogliono più far fare. I dipendenti del caseificio sono scesi da 84 a 72. Siamo la prima attività lavorativa di Manciano. Facciamo girare ogni mese, fra distribuzione ai soci e ai dipendenti, un milione e 200.000 euro. Condivido l’idea degli abbattimenti. L’opinione pubblica sarà anche contraria, ma si sono spesi centinaia di migliaia di euro per catturare cinque o sei animali. Il fatto è che non si vogliono catturare. Esistono più di 1000 animali a giro. Anche se ne catturassero 500 non saprebbero dove metterli. Ogni lupo costa nove euro al giorno. Mancano i recinti. Manca un progetto. Per questo le catture non le faranno mai.”. La parola poi alle associazioni, quelle contro le quali gli allevatori hanno protestato, durante l’incontro. L’accusa: di aver soggiaciuto ai progetti Ibriwolf e Medwolf e di non aver trovato una piattaforma unitaria di contrattazione. “Ma adesso-ha detto Tullio Marcelli, di Coldiretti regionale-si apre un percorso nuovo. Cerchiamo di correggere gli errori e trovare la quadra per la soluzione del problema”. Enrico Rabazzi, presidente Cia: “Riappropriamoci della lotta unitaria-ha detto- solo così vinceremo. E’ immorale che si buttino 9 euro al giorno per mantenere un lupo e 100 euro per sterilizzarlo. Abbattiamoli con l’eutanasia”. E poi: “600.000 euro per catturare 7-8 cani è una vergogna”. E tornando su un ‘idea già resa pubblica tempo addietro: “Scriviamo alla procura per scovare chi si diverte a fare strani incroci e poi li lancia”. In chiusura un patto di ferro: un documento siglato da sindaci e associazioni da inviare alla provincia, alla regione, al governo e a Bruxelles, per eradicare definitivamente il problema predazioni. E poi manifestazioni eclatanti.