Il “Centrosinistra per Piancastagnaio” , nell’esprimere stupore per la notizia dell’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale relativo alla realizzazione di una nuova centrale geotermica in territorio di Piancastagnaio, manifesta preoccupazione per il metodo e contrarietà nel merito. Il Protocollo Generale sulla geotermia del 2007 (nel quale il Comune di Piancastagnaio fu attivo protagonista), firmato da Regione, Provincia, 3 Comunità Montane e 15 Comuni, oltre ad essere stato il frutto di una complessiva riqualificazione della geotermia preesistente a Piancastagnaio ed in Amiata, ha avuto il pregio di attuare un metodo operativo trasparente, condiviso e chiaro: furono individuati obiettivi certi, si programmarono studi e interventi migliorativi e, per tutti i soggetti coinvolti, venne messo nero su bianco l’impegno di ognuno.
Anche i successivi Accordi Volontari, tra Regione ed ENEL e tra Regione ed Enti Locali, fissarono con precisione le azioni da attuare, in generale e per i singoli territori, il tutto con la massima trasparenza. Con tali accordi Piancastagnaio otteneva risultati importanti per la propria comunità ma anche per tutto il territorio:
le necessarie verifiche ambientali e sanitarie;
lo smantellamento della vecchia centrale PC2;
la costruzione del nuovo termodotto per Floramiata e Casa del Corto, con la definitiva certezza della fornitura del calore per uso produttivo, facendosi carico e trovando soluzione all’annoso problema di tutto l’ampio bacino occupazionale.
Inoltre, con l’impegno di ENEL a rinunciare alla riattivazione della centrale “Bellavista” e a procedere alla ristrutturazione delle tre centrali rimaste, ha responsabilmente mantenuto il carico di una produzione geotermoelettrica di 60 MW sul proprio territorio . Tale produzione costituiva il limite sostenibile. Oggi, fermi rimanendo le condizioni ambientali ed i limiti tecnici, alla luce delle previsioni del Piano Energetico Regionale (PAER 2015), della costruzione della nuova centrale “Bagnore 4” e dell’ipotesi di “zonizzazione” della Regione Toscana circa i territori dove esercitare l’attività geotermica, tale soglia di produzione rimane, a nostro avviso, invalicabile.
Oltre alla nostra contrarietà nel merito, quello che vogliamo denunciare in maniera netta è il tradimento del Metodo. Nel 2006-2008 la Regione, con l’Assessore Bramerini, coordinò consultazioni e verifiche che coinvolsero tutti i soggetti interessati, dai Ministeri ai piccoli Comuni. Oggi, di fronte ai poco credibili comunicati di chi dice “di non sapere niente di questa nuova centrale”, noi ci rifiutiamo di credere che questo procedimento sia partito all’insaputa di tanti.
Chiediamo alla Regione, responsabile della delega per l’Energia, di essere ancora protagonista e di coordinare tutti gli Enti territoriali. Chiediamo al Sindaco del Comune di Piancastagnaio, il cui silenzio sulla geotermia è preoccupante, di dare comunicazione, con correttezza e trasparenza, circa tutti i procedimenti riguardanti ricerche ed impianti geotermici attivi e/o programmati sul proprio territorio. Chiediamo a Regione e Comune quali modifiche sono state apportate agli accordi, quali sono i nuovi impegni e quali le ricadute per il territorio. Chiediamo a tutti i soggetti istituzionali di non tradire il metodo faticosamente messo a punto negli anni recenti, quello che prevede il massimo coinvolgimento di tutti e la massima trasparenza.
Tornare al vecchio sistema per il quale ENEL tratta con i singoli Comuni e attua i propri interventi senza informazione , oltre che sbagliato significa arretrare di decenni. La programmazione delle politiche energetiche, al pari di tutte le altre, deve essere condivisa e verificata: chiediamo quindi di sospendere il procedimento della nuova centrale a Piancastagnaio e di avere, in caso di revisione degli Accordi, il più ampio coinvolgimento e la massima informazione.