Scoperto ad Arcidosso, un nuovo segno templare. Una croce patente scolpita dentro un cerchio in una lastra di peperino, la pietra locale amiatina, usata anticamente per la costruzione di edifici sacri e abitazioni. Durante dei lavori effettuati in un’abitazione privata, scalzando una parete vicino a una porta è uscita fuori questa meraviglia: una croce templare che va a confortare le teorie degli studiosi che sostengono che nella zona di Arcidosso, della pieve di Lamula, del castello arcidossino, di quello di Montelaterone vi fosse, appunto, uno snodo dei misteriosi templari, come dimostrerebbero i vari segni ritrovati nel santuario di Lamula, al castello e, adesso, in una casa vicino all’edificio sacro di San Niccolò. Si tratta di croci, fiori della vita, intrecci e incisioni murarie, scale a spirale, che parlano agli appassionati di templari e suggeriscono scenari medievali e misteriosi. Fra i ricercatori, Giovanni Cannavale, che risiede a Castel del Piano e che da anni, ormai, nei luoghi più sconosciuti della montagna va alla ricerca di qualche tassello che supporti anche storicamente che i templari sono stati qui: “Intanto-dice-abbiamo scoperto questa croce meravigliosa. E’ scolpita in una pietra che era sicuramente più grande. In epoca remota, prima della costruzione della porta dove è stata poi utilizzata come angolo, qualcuno la ruppe, forse proprio per permettere il nuovo incastro per l’angolo della nuova apertura. La casa dove è stata trovata la pietra, infatti, durante dei lavori edili, è adiacente alla chiesa di San Niccolò di Arcidosso. La vicinanza con la chiesa, infatti, è molto importante, anche perchè su una porta laterale della stessa chiesa c’è incisa un’altra croce che richiama quella templare. Il luogo, dunque, sembrerebbe “segnato” e se si considera il fatto che la pieve di Lamula è poco distante, e che anche qui sono stati rintracciati simboli di tanti generi riconducibili al clima templare, il discorso diventa entusiasmante”. Varie le teorie in proposito e gli studi di Claudia Cinquemani, ad esempio, o di Antonio Varisco, che in un suo lavoro, scrive che “questa zona del Monte Amiata era in epoca medievale meta di transiti sia commerciali che religiosi e ciò avrebbe certamente favorito la sosta di alcuni membri dell’ordine del tempio che intrattenevano rapporti coi signori della Maremma”. “Che i templari siano stati qui-aggiunge Cannavale-ne sono convinto. Fra l’altro siamo ancora alla ricerca di quel misterioso cunicolo che ci deve essere e che deve, secondo me, congiungere Lamula a Montelaterone, a cui ormai stiamo lavorando da anni. Vedremo”.