Nuovi scenari per la Società della salute Amiata grossetana

A,iata_paesaggioQuali gli scenari che si aprono per la “Società della salute Amiata grossetana” dopo che venerdì è stato approvato il progetto di fusione delle Società della Salute dell’area grossetana, delle Colline metallifere e dell’Amiata grossetana? Sarà fagocitata dalla Società della salute di Grosseto, perdendo capacità decisionale e autonomia come spesso è successo quando si parla di aree vaste, accorpamenti e fusioni, oppure potrà sperare ancora di dire la sua in un territorio che è vasto tanto quanto la provincia di Grosseto?

Nella nuova Società della salute formato extralarge, saranno coinvolti 20 Comuni e più di 170.000 abitanti e la fusione porterà trasferimenti regionali aggiuntivi pari a circa 450 mila euro per 5 anni e bonus nei bandi. Uno dei tanti progetti di territorio a cui ormai siamo abituati e che farà cogliere le opportunità della legge di riforma della sanità toscana con un nuovo ruolo più forte delle zone distretto, e quindi dei Comuni, individuate come gli ambiti ottimali dove valutare i bisogni di salute delle comunità e dove organizzare i servizi. Su questi obiettivi, specificati proprio venerdì nel momento dell’approvazione del progetto di fusione, l’Amiata ci spera, visto che ha subito di recente la perdita secca del distretto sanitario Amiata, che adesso non esiste più, inglobato da quello del capoluogo. Il progetto di fusione delle tre società della salute darà forza anche alla scelta di diventare strumento operativo per rendere concreto questi obiettivi e rendere protagonisti i Comuni insieme alla Ausl nel governo della salute delle comunità.

Il presidente della Sds Amiata grossetana Claudio Franci non esita a dire che “come Società della salute da soli, ormai, non era più possibile farcela. Come Amiata resteremo operativi fino al prossimo 31 dicembre e poi entrerà in vigore la Sds area vasta per così dire. Ma non perderemo il nostro presidio territoriale, perchè sono previste articolazioni sui territori, in modo tale che le comunità non subiranno scossoni di alcun tipo. Fra l’altro dell’assemblea faranno parte tutti e 20 i sindaci dei comuni, senza differenza fra comuni più grandi e più piccoli e nello statuto della nuova Sds è prevista, poi, una giunta che potrà essere composta da tre fino a nove membri. Ne fanno parte di diritto il presidente della nuova Sds e il direttore Ausl e poi a seconda di quanto decideremo i membri potranno essere allargati fino a nove, ampliando così la presenza delle varie realtà dentro il nuovo organo esecutivo. Ma questo deve essere ancora deciso”.

In un quadro relativo alla sanità, dunque, contro la quale si alzano da più parti voci critiche e polemiche (scalpitano le minoranze di Arcidosso e Cinigiano), l’operazione sembrerebbe lasciare tranquilli i cittadini, che, invece, in Amiata sono preoccupatissimi per la sorte del distretto sanitario di Arcidosso sul quale aleggiano voci di dismissione: “Per quel che ne so – dice Franci – il distretto non dovrebbe essere toccato. Anche le prestazioni continuano ad essere erogate: vaccinazioni, medicina del lavoro. Il problema serio è invece quello di trovare un sostituto del dottor Giuseppe Buoncompagni, scomparso alcuni mesi fa e al momento non ancora sostituito”.

Da Venerio
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