Il Virus Zika (ZV), appartiene alla famiglia flaviviridae (genere flavivirus) che comprende un settantina di specie, molte delle quali responsabili di malattie trasmissibili con la puntura d’insetti (artropodi) e perciò note con l’acronimo di “arbovirus”(artropode borne virus). Tra questi ricordiamo i virus della febbre gialla (YFV) e della Dengue (la cosiddetta “Febbre Rompi Ossa”). Poi quelli correlati allo sviluppo di encefaliti: Encefalite del Nilo Occidentale (WND), Encefalite giapponese (JEV), Encefalite da zecche (TBE), ecc.. I vettori di malattia nel caso del virus Zika, sono perlopiù zanzare, genere Aedes, della specie “aegypti” (in aree equatoriali) o “albopictus” (o zanzara tigre: in fascia temperata). Possibile altresì il contagio sessuale o con emoderivati in quanto il microrganismo è presente sia nel liquido seminale che nel sangue. È un virus, cioè una sorta di sacchetto proteico con una molecola di acido nucleico al suo interno (RNA singola elica composta da 10.794 unità nucleotidiche e Peso Molecolare di 4.101.720 Dalton). Scoperto nel 1947 in Uganda, nella Foresta Zika, da cui ha preso il nome, in un isolato di scimmia (Macacus Rhesus,), imparentato filogeneticamente con il virus Spondweni con il quale compone il Gruppo omonimo, l’infezione nell’uomo veniva dimostrata prima con studi sierologici (1952), in Uganda e Tanzania poi, sedici anni più tardi(1968), con isolamento umano in Nigeria. Da qui, diffondeva in tutti i continenti. La prima grande epidemia fuori dall’Africa (185 casi notificati) è quella del 2007 nell’isola Yap (Stati Federali della Micronesia). Poi si registrava un focolaio in Polinesia francese. Alla data dell’otto maggio 2016 in 60 paesi è segnalata la trasmissione tramite vettori. Per quanto attiene il quadro clinico, l’infezione decorre in forma asintomatica nel 25% dei casi. Nel resto degli esposti, le manifestazioni cliniche sono simili ancorché meno severe di quelle di altre malattie trasmesse da zanzare del genere Aedes come Dengue e Chikungunya. Compaiono dopo 3-12 giorni dalla puntura di zanzara e sono in genere lievi per entità e durata (3-7 dì). Il quadro è rappresentato da febbricola (37-38°C), eruzioni sulla pelle (esantemi), come macchie (macule) e piccoli rilievi (papule), occhi arrossati (congiuntivite), mal di testa (cefalea), infiammazioni articolari (artriti) e dolori articolari (artralgie) e muscolari (mialgie). Un caso su quattro potrebbero sviluppare lesioni al nervo ottico, uveiti o aumentare la probabilità di encefaliti. L’infezione della gestante è invece associata alla comparsa di gravi complicanze a carico del prodotto del concepimento: microcefalia e altre malformazioni fetali. Molte di queste sono state segnalate in Brasile, Colombia, Capo Verde, Isole Marshall, Polinesia Francese, Martinica, Panama e Porto Rico, Infine due casi correlati con la permanenza in territorio brasiliano in USA e Slovenia. Inoltre in 13 paesi è stata segnalato l’incremento della Sindrome di Guillam-Barrè (SGB: poliradicolonevrite: infiammazione delle radici nervose spinali e craniche) e la conferma di laboratorio dell’infezione. È stato quindi raggiunto quello che viene definito il Consenso Scientifico sul fatto che il ZV sia la causa di Microcefalia e SGB. Le Strategie globali di prevenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo il principio di precauzione, riguardano i viaggiatori in aree endemiche o in quei paesi ove sono stati segnalati casi. Dobbiamo cioè raccomandare di adottare ogni accorgimento per evitare le punture d’insetto. A tale fine è utile l’uso di repellenti da utilizzare secondo le indicazioni riportate in etichetta, d’indumenti chiari e di alloggi muniti di sistemi di protezione (zanzariere).Per le gestanti si consiglia di rinviare il viaggio. La stessa condotta è auspicabile per soggetti con malattie croniche e del sistema immunitario. Inoltre, ai viaggiatori di ritorno da aree con casi autoctoni, dobbiamo richiedere l’astensione da ogni procedura di donazione di sangue per almeno 28 dì (in strutture trasfusionali) o di liquido seminale (nei Centri di Procreazione Medicalmente Assistita) per il periodo di almeno 6 mesi. Infine per evitare l’importazione di zanzare infette gli aeromobili dovranno essere corredati di regolare certificazione di “disinsettazione” residua (CEAL 21.09.2012 n. 10) e le merci di attestazione di disinfestazione correttamente eseguita al momento della partenza da aree affette.