Qui si romanza la sventura buffa
d’un giovane impiegato supponente
che, trascinato in furibonda zuffa
chinò le penne ma, fiero combattente,
difese un po’ alla meglio la sua ghirba
da un infernale, predatorio mostro
fatto d’egoismo e umana birba.
Scoperse allora che sotto al nostro
mondo, ve n’è un altro, sempre sotto assedio.
Pensò: son parte ancora, io, del ceto medio?
La storia è fatta di generazioni che collaborano, generazioni che si ribellano, generazioni che litigano e poi, in qualche modo, si pacificano.
Ma esistono anche generazioni – come dire – di mezzo: collaborano a contratto, litigano se ne hanno il tempo, si ribellano da sole, patteggiano faticosamente precarie tregue; il protagonista di questo lungo racconto umoristico vive, appunto, in questo interstizio. E scegliere, si trattasse anche di scegliere con chi litigare, non è facile.
Lu lione, totem dell’egoismo e della superficialità, domina incontrastato questa umanità, talvolta comica e talvolta meschina.
Cosa occorre, allora? Rivolta o adattamento? Resistenza o tolleranza? Riuscirà, questo peculiare antieroe, a crearsi una visione del futuro libera da Lu lione?