SANTA FIORA
Passato
«La Fiaccolata»: nel passato si svolgeva la sera precedente il Natale. Le fiaccole illuminavano il sentiero che dal Castello conduceva alla Pieve Vecchia fuori dalle mura, portate a spalla, per assistere alla messa di mezzanotte. La fiaccola era costituita da un palo di legno al quale veniva fissato un piccolo fascio di «scope» secche con tre legature di rami di salcio e due stecche trasversali. La fiaccola accesa rappresentava una forma ritual di iniziazione giovanile; i giovani portavano la fiaccola con l’aiuto o il controllo degli adulti (solitamente il padre o il nonno). All’inizio del ’900 i ragazzi dei tre rioni (Castello, Borgo e Montecatino) giravano con le fiaccole accese solo all’interno del proprio terziere, fu aggiunto l’uso di un «fiaccolone» a barella portato in due, e le «carboniere» di legna che ardevano a San Michele, a S. Agostino e alla Chiesa della Puscina.
Presente
La tradizione fu interrotta negli anni ’50 e riproposta ininterrottamente dal 1977, nella sera del 30 dicembre, con pressoché immutata gestualità.
Oggi si svolge con un unico comune itinerario e con una diversa dislocazione delle carboniere; segue l’offerta di cibi, tra cui la «polenda dolce».
ABBADIA SAN SALVATORE
Passato
«Le Fiaccole di Natale»: l’origine delle fiaccole sarebbe al tempo in cui gli abitanti del Monte Amiata, nella sera precedente il Natale accendevano fuochi per riscaldarsi nell’attesa della messa di mezzanotte e del rendere omaggio all’Abate del Monastero.
Nel passato più recente erano gli abitanti di Abbadia ad offrire la legna (cerro, faggio, castagno) e gli stessi ragazzi ne facevano la questua porta a porta, ricevendo i «pezzoli» per l’innalzamento delle piramidi; venivano distribuite negli incroci, nelle piazzette, davanti alle chiese e al Comune e a sera il fuoco iniziava dalla fascina sulla loro sommità; la gente vi si raccoglieva intorno, intonando i canti natalizi delle «pastorelle»; venivano consumati cibi e a mezzanotte assistevano alla messa nelle varie chiese.
Le fiaccole ardevano per tutta la notte. Alcuni abitanti raccoglievano parte della brace per portarla nelle proprie case quale simbolo augurale di benedizione.
Presente
La tradizione è invariata in ogni suo elemento; non si svolge più la questua della legna ma i vari comitati rionali raccolgono le offerte per acquistarla.
Le fiaccole oggi sono circa 40 disseminate nel centro storico e nelle altre zone del paese; vengono ancora proposte «le pastorelle» e la consumazione di cibi (dolci e vino), al suono di fisarmoniche e chitarre.
ROCCALBEGNA
Passato
«il tocco delle dieci»: nella sera precedente il Natale, gli abitanti del paese si ritrovavano sotto il campanile della Chiesa del Crocifisso per suonare insieme un tocco alla «campana grossa» allo scoccare delle ore 22; era quindi necessario ogni anno, «aggiuntare» una corda a quella del campanile, per contenere tante mani; l’ultimo della lunga fila era solitamente all’inizio della «piaggetta». Al suono della campana, ciascuno esprimeva un desiderio.
Presente
Rito interrotto negli anni ’60.