L’Albero del Maggio

Motivazione e gestualità

SANTA FlORA-MARRONETO
Passato
In Piazza Garibaldi piantavano un abete a cui tagliavano i rami, lasciando solo la cima; aggiungevano sulla sommità dei rami fioriti e la bandiera rossa. Il 30 aprile.
Fu innalzato dalla fine della prima guerra mondiale al 1950.
Presente
Rito interrotto.

BAGNORE
Passato
Memoria dell’albero fin dall’inizio del secolo; fu proibito durante il periodo fascista. Fu innalzato nuovamente nel 1946 e non più interrotto (escluso due anni); sempre nella zona della “Fonte”; all’inizio innalzavano un abete con una ghirlanda di fiori sulla cima, sostituito da un’antenna da circa 7 anni, Sulla cima venivano fissati un piccolo abete verde e la bandiera rossa. Un tempo innalzato a mezzanotte del 30 aprile, oggi nel pomeriggio.
Presente
Rito invariato (non si svolgono festeggiamenti particolari sotto l’albero).

BAGNOLO
Passato
Tradizione presente già nel 1910, quando i ragazzi del paese portavano al parroco, ciascuno, un albero fiorito, in cambio di alcune monete; mettevano un pennacchio di scope fiorite e facevano un giro intorno alla chiesa. Era il mese di maggio.
Fu messo di nuovo, l’albero, nel dopoguerra per alcuni anni; abete o pioppo con rami tagliati eccetto sulla cima, a cui veniva aggiunta una bandiera rossa. Rimaneva nella piazza della chiesa per 15 giorni. Intorno si facevano canti e si consumava vino. Rito interrotto da circa 10 anni.
Presente
Rito interrotto.

SELVA
Passato
Memoria dell’albero fin dall’inizio del secolo. Veniva prelevato ogni anno un abete di 5/6 metri di lunghezza e piantato alla Chiesina, con nastri e fiori sulla cima e il tronco ripulito dai rami e dalla corteccia. Nel 1948 fu aggiunta una bandiera rossa e ne fu piantato un altro, senza bandiera, al Poggio) “Abbandonata”; dai “Selvaioli” il primo e dai “Corsicai” il secondo. Gli alberi rimanevano per una settimana, poi abbattuti. Durante la sera del 30 aprile venivano vegliati per non farseli rubare (origine del sopranome “Garibaldi” a certo Osvaldo Seghi, che rimaneva ogni anno di guardia all’albero, con un cappello rosso sulla testa). Rito interrotto negli anni ’60.
Presente
Rito interrotto.

CASTELL’AZZARA
Passato
Nella “Piazzetta” innalzavano, nella notte del 30 aprile, un albero di ciliegio o di pero selvatico fiorito, dove rimaneva per alcuni giorni.
Presente
Rito invariato.

PIANCASTAGNAIO
Passato
L’albero veniva innalzato già prima del 1915, fino agli anni ’20, dopo i quali venne proibito. In precedenza, oltre l’albero principale in Piazza Belvedere, ogni rione o piazzetta aveva il suo albero anche se più piccolo. Nel 1945 fu nuovamente alzato l’albero davanti al palazzo Bourbon, un abete a cui furono tagliati i rami escluso quelli della cima, scortecciato e con una bandiera rossa, così come accade oggi. Prelevato nel bosco della Soc. Mineraria. Intorno all’albero gli uomini si ritrovavano a cantare, così come la sera prima di toglierlo. L’albero rimaneva nella piazza tutto il mese di maggio.
Presente
Rito invariato.

SARAGIOLO
Passato
L’albero già si innalzava alla fine dell’800. Rito interrotto fino al 1921, anno in cui di notte “il Maggio” fu tagliato; messo di nuovo la sera del 1° Maggio ancora una volta fu tagliato e gli uomini che l’avevano innalzato furono denunciati. Nel 1945 fu di nuovo innalzato, fino al 1950. Ripresa definitivamente nel 1966, la tradizione non si è più interrotta. Prelevato al bosco Soc. Mineraria. Era un albero di abete a cui venivano tagliati tutti i rami esclusi gli ultimi della cima, scortecciato e con una bandiera rossa sulla sommità; innalzato davanti alla fonte pubblica. Nella sera del 30 aprile e il giorno successivo era luogo di incontro e festa.
L’albero rimaneva tutto il mese di maggio. Lo innalzavano, fino al 1921, anche a Tre Case e spesso se lo rubavano con Saragiolo.
Presente
Rito invariato. L’albero viene innalzato anche a Casa del Corto con le stesse modalità di Piancastagnaio e Saragiolo.

ABBADIA SAN SALVATORE
Passato
Memoria dell’albero con la bandiera tricolore, prima del 1915.
Presente
Rito interrotto.

MONTENERO
Passato
Da tempo indefinito, una pianta di “alborella” veniva tagliata, portata a spalla in paese e “piantata” in via della Piazza, senza alcuna decorazione. Vi rimaneva 3 giorni, poi veniva abbattuta.
Presente
Rito invariato.

SEMPRONIANO
Passato
Pianta di cerro o carpine, privata dei rami escluso la cima; veniva innalzato nella piazza di S. Rocco nella notte del 30 aprile, vegliato e adornato di fiori prelevati lungo il paese. Nella notte canti e consumazione di cibi. Rimaneva per tutto il mese di maggio. Contrasti con Rocchette di Fazio e Poggio Capanne per “furti d’albero”.
Presente
Rito invariato.

PETRICCI
Passato
Tradizione già segnalata prima del 1915.
Pianta di cerro, scortecciata e privata dei rami escluso la cima, sulla quale veniva fissato un cespuglio di fiori bianchi (fior di maggio).
Nessuna azione si svolgeva intorno ali’ albero, ma solo “vegliato” per non farselo rubare. Rimaneva in paese (nella piazzetta del monumento ai caduti) per alcuni giorni, poi abbattuto. Rito interrotto da circa 20 anni.
Presente
Rito interrotto.

CELLENA
Passato
L’Albero di Maggio era segnalato già prima del 1920.
Nell’immediato dopo-guerra veniva innalzata una pianta di ontano davanti a “Casa Perugini”; sulla cima fissati dei rami fioriti e una bandiera rossa.
Tradizione interrotta nel 1973.
Presente
Rito interrotto

ROCCHETTE DI FAZIO
Passato
Pianta di cerro o “alborella” scortecciata (se grande) oppure lasciata naturale (se piccola), privata dei rami esclusa la cima, a cui veniva fissata una ghirlanda di verde (edera); alzata davanti alla chiesa, la sera del 30 aprile e lasciata per tutto il mese di maggio; i giovani cantavano intorno all’albero per tutta la notte e facevano anche il giro del paese a cantare le serenate alle ragazze.
Nel 1919-20 i “Samprugnanini” rubarono l’albero durante la notte, ma lo riportarono il giorno successivo.
Presente
Rito interrotto da circa 20 anni.

CATABBIO
Passato
Pianta di pioppo o di cerro , scortecciata e privata dei rami, con una sola “nappetta” alla sommità; sulla cima veniva fissata una corona di fiori. Veniva innalzata la sera del 30 aprile nella piazza davanti alla Chiesa in contrada Santarello e vi rimaneva per tutto il mese di maggio. Intorno all’albero venivano portati vasi di fiori prelevati dalle case del paese. Il maggio veniva vegliato per l’intera notte, tra canti e cibi.
Presente
Rito invariato (nel 1989 non è stato innalzato).

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