La Drosera rotundifolia è ospitata in grandi vasi posti nello slargo di via Roma di fronte al palazzo comunale di Abbadia San Salvatore. E’ una pianta decorativa che proviene dalle zone fredde e temperato fredde dell’Europa, dell’Asia e del Nord America ma in Italia è rara e segnalata solo nell’arco alpino e nell’Appennino ligure e tosco-emiliano. Nel libro “Guida alla flora protetta della Toscana” Augusto De Bellis ce la segnala protetta nelle regioni Piemonte, Liguria e Veneto.
Appartenente alla famiglia delle Droseracee è una erbacea perenne con foglie ricoperte di peli che secernono un liquido viscoso destinato ad attirare e catturare insetti che, una volta morti, vengono assorbiti dal vegetale. La pianta evidentemente insettivora ha delle foglie rotondeggianti riunite in rosette ed è alle foglie che deve il suo nome infatti drosos in greco significa rugiada dato che i peli brillanti che ricoprono le sue foglie fanno pensare appunto alla rugiada mentre il nome della specie si deve alla forma rotondeggiante delle stesse foglie .
Per gli alchimisti del passato la drosera era tenuta in molta considerazione e veniva stimata pianta preziosa per questo si raccoglieva con molta diligenza la “rugiada” depositata sulle sue foglie. I campi di applicazione del liquido raccolto erano svariati ma fra questi segnaliamo l’essere considerato efficacissimo rimedio contro la debolezza, l’epilessia, l’emicrania, bronchiti…
Castore Durante (1529-1590) nella sua opera l’Erabario Nuovo la chiama poeticamente “rugiada del sole” ma non gli sfuggì la natura carnivora della pianta che egli raffigura con insetti che volano intorno alle sue foglie.