Si arricchisce di particolari e “colpi di scena” la chiusura della filiale del Monte dei Paschi di Siena di Campiglia d’Orcia, decisa insieme a quella di molte altre sedi (il piano industriale ne prevede ben 600). Nel mese di Settembre scorso si erano tenuti da prima una pubblica assemblea e poi un consiglio comunale straordinario, convocato al centro civico campigliese, dove venne formalizzata l’istituzione di un comitato comprendente il sindaco Claudio Galletti, il suo vice Stefano Consoli, i capigruppo consiliari di minoranza Cinzia Rustici e Valentina Vaccaro, delegati della Pro Loco, della Misericordia e due rappresentanti della popolazione, Franco Guerri e Gabriele Di Emidio. Il Comitato chiese ed ottenne un incontro con i vertici operativi di Piazza Salimbeni, tenuto a Siena e nel corso del quale – difronte alla proposta di mantenere aperti a giorni alterni le sedi della banca a Vivo e Campiglia d’Orcia – gli interlocutori presero tempo per verificare se ciò fosse stato possibile mantenendo un unico codice Iban (facendo in buona sostanza figurare uno sportello unico). La settimana scorsa è arrivata la risposta negativa e lunedì si è tenuta una nuova pubblica assemblea, molto partecipata, nel corso della quale erano palpabili un mix di malumori e sentimenti negativi, dei quali era stato incaricato di farsi interprete ancora una volta il primo cittadino, attraverso una missiva ufficiale nella quale chiedere in sostanza almeno due cose: posticipare la chiusura dello sportello alla fine del 2019, rivalutando la possibilità di lasciare aperto dopo tale scadenza lo sportello a giorni alterni attivare e attivare il prima possibile (a prescindere dalle future decisioni) un bancomat in versione evoluta. All’indomani dell’assemblea è però emersa un’altra notizia, che ha – se possibile – aumentato e non di poco il malumore ed il disappunto: è emerso, infatti, che Monte dei Paschi aveva dato disdetta del contratto di affitto dei locali fin dal 25 Settembre 2017, e cioè prima dell’incontro ufficiale svoltosi a Siena, disdetta della quale i membri del Comitato e la popolazione mai erano stati informati.
Nella missiva inviata al Responsabile dell’Area Territoriale dell’Istituto bancario senese, il sindaco Galletti non solo ha evidenziato il disagio che la chiusura arrecherà, parlando di “tradimento” nei confronti della popolazione costituita da storici risparmiatori che vedono cancellati con un colpo di spugna e senza mezzi termini oltre 80 anni di fiducia riposta nella banca. Non ha poi mancato di sottolineare la mancanza di rispetto che ha ravvisato nei confronti della popolazione, dei suoi rappresentanti e della istituzione-Comune con l’omissione sulla disdetta incondizionata del contratto di affitto dell’immobile. Sorgono a questo punto ulteriori dubbi e serie problematiche persino sull’ipotesi di veder installato almeno un bancomat di ultima generazione, che possa consentire almeno alcune operazioni. Ecco servito il taglio di un servizio, privato in questo caso ma con risvolti di utilità pubblica sostanziale, ennesima dimostrazione di quanta poca attenzione vi sia nei confronti delle realtà rurali e montane.