La Chiesa di San Leonardo e Giovanni di Castel del Piano torna all’antico splendore

Nei prossimi giorni a Castel del Piano, la Chiesa di San Leonardo, più nota come Arcipretura, da svariati anni rimasta chiusa ed in attesa di essere restaurata, sarà riaperta ufficialmente al culto. Sono, infatti, terminati i lavori di ripristino tanto attesi da tutta la popolazione. Il prossimo 5 di novembre alle ore 11, ci sarà l’inaugurazione con una Messa solenne presieduta dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice · Cardinale Presbitero di Santa Maria del Buon Consiglio · Arcivescovo Metropolita di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino e alla presenza di tutte le massime autorità civili e religiose dell’Amiata grossetana.

La Chiesa di San Leonardo è un antichissimo edificio religioso situato a Castel del Piano, in piazza Arcipretura. Per raggiungerla bisogna entrare nel centro storico passando dalla Porta Pianese, scegliendo il percorso più ripido che termina in una piazzetta prossima alle mura.
L’interno di San Leonardo si slarga in tre navate di cui quella centrale ha una bella copertura a capriata che ben si armonizza con linearità dell’intelaiatura delle colonne. Le finestre, lunghe e slanciate , sono state dotate di vetri a mosaico, e provocano piacevoli giochi di luce. Sulle pareti sono visibili resti di affreschi. Interessante la pala d’altare di Francesco Nasini raffigurante san Girolamo.

La chiesa di San Leonardo di Castel del Piano, fa parte della diocesi di Montalcino e si trova nella provincia di Grosseto. Si tratta di una Chiesa davvero molto antica, le cui prime citazioni risalgono già al 1180, ma le prime notizie ufficiali di questo edificio le abbiamo nel 1198 in una bolla di Papa Innocenzo III come possesso dell’abbazia di San Salvatore. La sua costruzione quindi è calcolata poco prima di questa data. Numerosi sono stati nei secoli i suoi modellamenti, a seguito dell’edificazione del nucleo principale. Intorno al Cinquecento è stato aggiunto un alto campanile ed il portone d’entrata è stato ingrandito e fregiato di un rosone in puro stile romanico-gotico, dello stesso stile sono le finestre laterali al primo piano. All’interno sono conservate ben tre tele Seicentesche raffiguranti il santo realizzate dall’artista senese Andrea di Niccolò.
Intorno alla metà del 700 la Chiesa di San Leonardo fu rimaneggiata e tutte le pareti furono tinteggiate a strisce parallele bianche e blu, lasciando bianchi gli archi delle navate esterne. Fu inserito anche un altare di gusto barocco, sostituito poi da un altare più lineare, assai meno guarnito del precedente.

L’ultimo radicale restauro fu eseguito negli anni sessanta ed ebbe come scopo quello di rendere la Chiesa più facilmente agibile e per darle maggiore respiro e ariosità. Fu infatti abbassato il pavimento e si imbiancarono le pareti salvando i resti degli affreschi che, come già accennato erano intanto emersi durante il lavoro di ripulitura dell’ambiente. Fu restaurato anche il campanile che, costruito su pietra, senza fondamenta, a mala pena si sorreggeva e fu dotato di una guaina interna che gli garantisse staticità ed agibilità.
Una lapide all’interno dell’Arcipretura recita che “la Chiesa radicalmente restaurata mediante il generoso contributo del compianto Ing. Leone Giannelli, di altri numerosi benefattori e dalla popolazione veniva riaperta al culto il 24/04/1965”.
Questi ultimi lavori, eseguiti con un notevole impegno finanziario, erano finalizzati e indispensabili per l’agibilità del Tempio, hanno dichiarato i responsabili del consiglio della Parrocchia e i volontari che si sono prodigati affinché ciò avvenisse, affermando che con questo ultimo restauro, si colma, un importante vuoto, così da offrire la possibilità di visita e preghiera al Tempio e dare, allo stesso tempo, lustro e decoro alle indubbie bellezze storiche ed artistiche di cui è ricco il bellissimo centro di Castel del Piano.

Le notizie storiche sono state ricavate dall’opuscolo “La Chiesa dei SS Leonardo e Giovanni della terra di Castel del Piano” di Fiora Bonelli, edizioni Cantagalli del 1984. Le foto e la cartolina di epoca sono di Renzo Bonelli.