Il volume edito da Effigi “Don Lorenzo Mansi sindaco di Ravello” sarà presentato nella Città della Musica della Costiera Amalfitana

polvani004(3)Il giornalista gavorranese Silvano Polvani e la casa editrice Effigi vanno a presentare a Ravello, nella costiera amalfitana, la figura di Lorenzo Mansi, tra suoi i sindaci più longevi che guidò la Città della Musica, dal periodo post bellico e repubblicano, al boom economico, dal ’68, all’inizio degli anni Settanta. Il volume, per iniziativa dei figli Luigi, Angela e Plinio, si propone come una testimonianza, un contributo per le nuove generazioni, di esempio a quanti vorranno dedicarsi alla causa della società civile. Alla presentazione parteciperà proprio il figlio Luigi, ingegnere e presidente della Nuova Solmine, di Scarlino, e sindaco di Scala (Scala). A “Don Lorenzo Mansi” è stata dedicata, dunque, una pubblicazione a cura dello scrittore – giornalista Silvano Polvani, edita dalla casa editrice Effigi che sarà presentata a Ravello sabato 12 ottobre alle 18 presso l’Hotel Giordano. L’incontro, organizzato in collaborazione tra il Comune di Ravello e l’associazione Ravello Nostra, vedrà la partecipazione del figlio di Lorenzo Mansi, Luigi Ai saluti del sindaco Salvatore Di Martino seguiranno gli interventi dell’autore, del funzionario dell’Archivio di Stato di Salerno Salvatore Amato. Il giorno successivo, domenica 13, sempre alle ore 18, la presentazione si svolgerà a Scala, nell’aula consiliare del Municipio (con la collaborazione della Pro Loco), alla presenza del sindaco Luigi Mansi e dell’Amministrazione Comunale. Un libro che diventa un’occasione storica non solo per ricostruire il profilo di un personaggio significativo dell’epoca, ma anche per tratteggiare i lineamenti della comunità di Ravello in un passaggio cruciale della sua storia comunitaria. Lorenzo Mansi era nato a Scala, era divenuto ravellese quando i due comuni furono uniti; rimase ravellese, quando Scala si ricostituì nel 1946. Don Lorenzo, così era chiamato Lorenzo Mansi, è stato sindaco di Ravello dal 1948 al 1971, commissario prefettizio negli anni 1942/1943. A tutto oggi è nella coscienza di tutti il “sindaco storico” di Ravello, sindaco per oltre una generazione e mezzo, che nell’opinione dei compaesani tutti, s’identificava con l’Istituzione, l’Amministrazione Cittadina ed ha segnato il territorio con l’imprinting di un progetto ambizioso che ha permesso di strappare Ravello dalla condizione d’isolamento in cui si trovava. Il lavoro di Polvani che si sorregge su documenti e testimonianze di chi lo ha conosciuto ed ha con lui condiviso la gestione del comune dimostra anche come, ancora oggi a cinquant’anni dalla sua scomparsa, resistano riconoscenti ricordi di stima e di affetto. Perché Don Lorenzo, come ben risulta anche dalle cronache dei consigli comunali, ha sempre pensato di salvaguardare il bene comune e non gli equilibri politici della sua maggioranza. Compito questo che ha interpretato con coraggio e onestà intellettuale anche prendendo decisioni impopolari per il bene della sua gente. Fra le opere che gli vengono riconosciute vi è la realizzazione della strada Chiunzi-Ravello, nelle sue considerazioni il polmone di Ravello e il volano di quello sviluppo economico, turistico e agroindustriale fino ad allora inesistente. Poi, sfruttando i cantieri scuola di lavoro per operai dell’edilizia, fece costruire la Strada Gradillo-Piazza Fontana-Toro,opera pubblica che ha gettato le basi per la Ravello turistica di oggi; e dotò la sua città di moltissime infrastrutture necessarie per una decorosa vita dei Ravellesi e per lo sviluppo del paese. Don Lorenzo nel 1953 accompagnò il presidente della Repubblica Luigi Einaudi alla visita di Ravello e nell’agosto del 1962 conferì la cittadinanza onoraria a Jacqueline Kennedy, ben soppesando l’importanza delle possibili ricadute turistiche. Dal giugno ’70, sua ultima campagna elettorale, lavorò ad una legge speciale per il rilancio di un turismo moderno per la sua città. La proposta di legge del Novembre 1970, è il suo testamento politico, nella quale è disegnata la Ravello del futuro, che guarda al mare senza ignorare l’entroterra collinare, che possiede enormi potenzialità artistiche e architettoniche, da tutelare e preservare. Un’idea della città che guarda avanti, che pone al centro di tutto l’uomo e la qualità della sua vita. Spazi pubblici condivisi, spazi attrattivi da utilizzare e vivere, una città bella per cittadini e turisti, dotata di bellezze naturali, che mantiene la sua cultura di appartenenza, proiettata in una visione condivisa che attinge al passato e al presente per costruire il suo futuro. La legge fu presentata in Parlamento il 24 Novembre 1970 per iniziativa della onorevole Giannina Cattaneo Petrini prima firmataria e relatrice, sottoscritta da altri settantasette parlamentari.

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