“Il Siringo – Favola cacciatora” del poeta Giovan Domenico Pèri, a cura di Mario Franceschelli e edito da Effigi, è stato presentato sabato scorso alle ore 18:00 nella Biblioteca comunale di Arcidosso. Alla presentazione erano presenti Mario Franceschelli, curatore del libro, Adriano Crescenzi, assessore alla cultura del comune di Arcidosso e Mario Papalini, editore. L’opera di gusto pastorale, scritta nel 1636, prossima alle composizioni del Tasso, valorizza la vita agreste e il territorio amiatino in quanto luogo mitizzato. La favola racconta gli amori, a lieto fine fra il cacciatore Siringo e la ninfa Selvaggia. Capolavoro del Peri, dette all’autore la notorietà e la fama, tanto che esso divenne un “caso” nella letteratura italiana del secento. Il Pèri (Arcidosso 1564-1639), definito anche “poeta contadino”, “gran bifolco”, per le sue origini contadine e il percorso da autodidatta, è stato un personaggio importante nella storia di Arcidosso che ha ricoperto ruoli di prestigio e composto molte opere, tra cui poemi sacri, drammi pastorali, tragicommedie e satire. Pèri, dunque, entra nella scena culturale arcidossina con questa nuova edizione della favola sentimentale tra il cacciatore Siringo e la ninfa Selvaggia ambientata sulla montagna dell’Amiata e curata da Mario Franceschelli, studioso di letteratura italiana. Giovan Domenico Peri è una delle voci poetiche amiatine particolarmente amate in Amiata, anche perchè lega molte delle sue composizioni all’ambiente, all’acqua, alla forza della terra. Un monumento in suo onore era un tempo istallato in piazza Indipendenza ad Arcidosso, ed è stato poi spostato al Parco del pero. Poeta studiato da tempo, a lui fu dedicato un numero unico del 24 settembre 1911, pubblicato per l’inaugurazione del Monumento ai primi del 1900.