Questo è uno dei temi che da sempre popolano le richieste che le zone periferiche fanno al centro, un argomento che caratterizza le discussioni ad ogni livello e tocca direttamente ogni cittadino a prescindere dalla vita e dal lavoro che svolge. Per questo crediamo che ci sia bisogno di una visione di lungo periodo, che vada oltre i confini amministrativi e metta insieme i problemi di territori con molte criticità comuni.
Su questo punto non c’è differenza tra uno qualsiasi dei comuni della zona che sia in Val d’Orcia in Amiata o ai confini con la Maremma. Un territorio vasto dove c’è bisogno di un intervento profondo e innovativo sulle infrastrutture, viarie ma non solo.
Potremmo partire dalle due grandi arterie stradali, una per versante: Cipressino e Cassia. Queste due strade sono fondamentali perché connettono l’Amiata, la Val d’Orcia e l’alta Maremma con il resto della regione e del paese.
Nel primo caso ci auguriamo che, una volta terminato il primo lotto, si possa procedere velocemente alla messa in sicurezza degli altri tratti della strada, partendo dalla parte a monte e scendendo verso valle.
Nel secondo caso ci auguriamo che ANAS per quanto riguarda la viabilità di fondo valle prosegua con l’ammodernamento del tracciato e con la messa in sicurezza dei viadotti, delle frane e della galleria “Le Chiavi”. A questo si aggiunge la necessità di progettare e realizzare il nuovo ponte sul Paglia e la necessità che la Provincia, insieme agli altri enti competenti, possano portare a compimento i cantieri che dalle falde della montagna fino alle ultime propaggini della Val d’Orcia sono ormai diventati dei veri calvari per i cittadini e le imprese.
In entrambi si parla di situazioni aperte da decenni: la politica deve dimostrare di essere concreta, non c’è più tempo.
Ci sono poi altre vie fondamentali di collegamento tra i paesi e tra le varie zone della montagna e della valle. Pensiamo alla provinciale che da Seggiano raggiunge Vivo d’Orcia, ancora bloccata a discapito degli annunci del Presidente Vivarelli. Aggiungiamoci la strada provinciale per la Selva, quella a Cellena, le strade che salgono verso la parte alta della montagna. Per non parlare degli annosi problemi della Strada provinciale che collega Montieri e Campiglia d’Orcia ad Abbadia San Salvatore, delle frane sulle provinciali che collegano Piancastagnaio alla Cassia e Radicofani a Contignano, delle strade di collegamento dei Combattenti e delle Conie che hanno bisogno di continui interventi di manutenzione. Ci auguriamo inoltre di giungere rapidamente ad una soluzione per l’annosa questione del ponte delle Nove Luci in Val d’Orcia.
Ovviamente queste necessità influenzano anche il corretto funzionamento del trasporto pubblico locale. Non è facile sostenere spese per tratte che sono poco frequentate, ma non si possono nemmeno abbandonare i cittadini, costringendoli a non muoversi. Inoltre il TPL è alla base di molti spostamenti per lavoro, studio e per raggiungere gli ospedali, oltre che per i collegamenti a stazioni ferroviarie fondamentali per l’interconnessione con il resto del paese, che però deve avvenire con tempi accettabili. Su questo occorrerà trovare soluzioni innovative, per cui l’Amiata potrebbe essere un valido cantiere, come era stato ipotizzato anche da alcuni “Studi di riorganizzazione dei servizi di T.P.L. nel comprensorio dell’Amiata” sia senese che grossetano. Occorre riprendere e riattualizzare questo progetto alla luce della nuova organizzazione del TPL della Regione Toscana, in modo da rimettere al centro la Montagna e le sue vallate come un territorio con diritto di cittadinanza e di collegamento e non come terra di confine.
Un ragionamento a parte richiedono le infrastrutture ferroviarie. Dopo la dismissione degli anni Novanta, il tratto dei binari che da Monte Antico arriva ad Asciano è stato usato solo per scopi turistici (si pensi al Treno Natura). Perché non ripensare questo tratto e tornare ad usarlo, rimettendo in servizio le stazioni di Sant’Angelo Scalo e Monte Amiata Scalo, in modo che possano servire da collegamento utile a cittadini e imprese? Crediamo che questo avrebbe un impatto positivo anche sulla riduzione del trasporto su gomma e, conseguentemente, sul livello di emissioni. Nel ridisegno del TPL è opportuno riprendere in considerazione la realizzazione di nuove tratte di collegamento con integrazione ferro-gomma sia in direzione Grosseto che in direzione Siena e Chiusi che contribuirebbero ad aumentare i trasporti interni all’area e creare nuove opportunità di collegamento interprovinciale ed interregionale non solo a supporto degli abitanti che vi vivono ma anche per chi vuole raggiungere il territorio.
Dobbiamo cambiare il modo di vedere le infrastrutture: non più per andarsene ma per attrarre. Come pensiamo di far arrivare nuovo lavoro in questo territorio? Come pensiamo di far restare qui giovani e imprese?
Questo ragionamento avrà gambe se penseremo insieme a come far arrivare sul territorio i fondi del Recovery Fund e a come investirli. Inoltre, il Covid ci ha insegnato che il tempo di considerare le aree periferiche una “causa persa” è finito. Noi, come Partito Democratico ma soprattutto come cittadini, non ci stancheremo mai di ricordarlo e di lavorare per cambiare le cose.
Coordinamento di Zona PD Amiata Grossetana – Coordinamento di Zona PD Amiata Senese e Val d’Orcia