Sono lontani i tempi delle austerity e dei primi incidenti pesanti. Abbiamo imparato negli anni quanto sia pericoloso usare le automobili, scatole metalliche che ci conducono ovunque ma nel caso di incidenti diventano fatali.
Negli anni 1970/80 era doveroso prendere presto la patente come segno di autonomia e inserimento nelle dinamiche sociali in cui la guida era una prerogativa insostituibile.
I morti sulla strada sono cresciuti in maniera esponenziale tanto da diventare la voce macabra più importante. La sicurezza sulle strade è diventato un problema di ordine pubblico di grande evidenza. I governi avrebbero dovuto pensare a piani di sicurezza stradale in cui i controlli sulla velocità dovevano avere un preciso ruolo di prevenzione…
Ma, senza per questo attribuire precise responsabilità specifiche eppure evidenti, non è andata proprio così. Oggi i controlli non hanno, come dovrebbero, lo scopo della sicurezza stradale, ma sono diventati voci determinanti dei bilanci istituzionali e trappole costose per i guidatori (ormai esiste una vasta pubblicistica).
Trappole vere e proprie con dubbie motivazioni costituzionali che ingrassano le casse pubbliche e che certi politici promuovono come: canali di finanziamento di opere pubbliche.
A questo siamo arrivati!!! Ed è incredibile che nessuno dica nulla… in questo sistema delatorio per cui le questioni scomode vengono vessate o cancellate.
Ce ne sono molte… gli autovelox sono disposti in luoghi specialissimi e seminascosti, come poste di caccia al cinghiale, quasi impossibili da determinare, trappole, limiti dove invece si potrebbe diversamente…
Quasi una nuova specialità creativa tutta italiana di finanziamento… di cosa?
Mario Papalini