Il “Progetto Amiata”, siglato a fine ottobre per il rilancio del territorio di 13 comuni, aveva come obiettivo pricipale quello di ripensare e programmare un percorso che riqualificasse una zona fortemente colpita dalla crisi come quella amiatina. Il primo scoglio da affrontare era ed è sicuramente quello del lavoro. L’incontro in Regione dello scorso 28 novembre tra l’assessore al lavoro Cristina Grieco, il consigliere per le politiche del lavoro Gianfranco Simoncini, il sindaco di Abbadia S.S. e le organizzazioni sindacali della zona dell’Amiata doveva fare il punto sulla questione Floramiata e affrontare le questioni aperte per gli ex lavoratori di Floramiata.
Da quell’incontro si sono avute buone notizie, sembrava prossimo l’avvio delle pratiche dalle sedi dell’Inps toscane che avrebbero permesso agli ex lavoratori di portare avanti l’esame delle domande in merito al Tfr e al percepimento dell’indennità NASpl, dedicata ai lavoratori dipendenti che hanno perso in lavoro senza averne la responsabilità. La Regione si era inoltre impegnata ad intervenire per problemi nelle procedure le cui segnalazioni sarebbero subito state inoltrate dalla Regione all’Inps. Dal punto di vista economico, il Piano integrato per l’occupazione doveva coprire la tutela del reddito che riserva il 70% delle risorse per le aree di crisi, tra cui l’Amiata, e prevede politiche attive per la ricollocazione.
Arrivati al 12 gennaio, gli ex lavoratori di Floramiata non hanno però potuto constatare il minimo segno di cambiamento e, riuniti in riunione promossa dal comitato Lavoro e Futuro per l’Amiata, continuano la loro protesta. Licenziati ormai da mesi, senza salario, senza né un sostegno al reddito né un sussidio di sopravvivenza, gli ex lavoratori di Floramiata si sentono abbandonati dalle istituzioni e dai sindacati. “Mandati a casa senza una lira e privi di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale”,”Rabbia verso i sindacati che hanno mostrato tutta la loro incapacità nel gestire la situazione”, queste le parole dei protagonisti della vicenda.
Una politica disattenta, una burocrazia lenta e paralizzante, sindacati deboli o assenti. La sitazione amiatina non è altro che lo specchio di quella nazionale. Ma sono le persone ad essere in gioco e spesso si tende a sottovalutare questo aspetto quando si parla di economia.