“Il neo presidente della provincia di Grosseto, Anton Francesco Vivarelli Colonna, deve assumersi le sue responsabilità e aprire un confronto con le periferie. E tutti contribuiremo a una nuova ridefinizione di un profilo provinciale che deve, comunque, essere curato e ristrutturato”. A dirlo, dopo le elezioni che hanno portato alla costituzione del nuovo consiglio provinciale, è Claudio Franci, sindaco di Castel del Piano, unico eletto in rappresentanza dell’Amiata grossetana con circa 4525 voti: “L’Amiata di centro sinistra si è presentata compatta- dice- e col contributo anche di alcune minoranze e col sostegno anche di Follonica, ce l’abbiamo fatta ad esprimere una rappresentanza. Ringrazio tutti, naturalmente e mi metto a disposizione del territorio e della provincia”. Secondo Franci essere dentro il consiglio provinciale, soprattutto in un momento di grande incertezza come quello odierno, ha il suo peso: “Stare dentro le vicende, in questa fase nuova di ricostituzione delle province- commenta- ha un valore, perché l’Amiata rappresentata in consiglio credo che possa aiutare nella formazione di un progetto provinciale. Siamo piccoli, ma significativi in un panorama molto articolato e fluido di cui Vivarelli Colonna ora si deve assumere la responsabilità. E noi ci siamo”. Per il Monte Amiata il nodo cruciale nei suoi rapporti con la provincia, continuano ad essere le infrastrutture: “In questa partita-sottolinea il sindaco di Castel del Piano- la provincia assolve un ruolo importante. Parlo di infrastrutture in genere. Per noi pesa come un macigno tutto il settore viabilità, compresa quella della parte alta della montagna che a questo punto chiede un’attenzione specialissima. Poi abbiamo aperta tutta la questione Cipressino”. E su questo ci sarebbe poco da dire. Un percorso avviato dopo 20 anni di attesa, con accordi presi dai vertici regionali, col governatore della Toscana Enrico Rossi in testa, il Cosvig ai massimi livelli e tutti i sindaci delle aree geotermiche, quella tradizionale e quella del Monte Amiata. Un lavoro mai abbandonato, nonostante le delusioni cocenti, da parte delle istituzioni, premute dagli imprenditori per i quali quella strada del Cipressino che congiunge Paganico all’Amiata è ossigeno puro e a cui si lega il decollo imprenditoriale e industriale della montagna. Una questione, il Cipressino, che è stata di grande attualità ad ogni tornata elettorale e che nel corso degli anni si è pure tinta di giallo, con soldi stanziati dalla provincia che poi si era ringambata sugli impegni presi e altri eventi che all’epoca hanno lasciato tutti di stucco. “Il Cipressino bisogna farlo- incalza Franci- perché ne va della nostra stessa sopravvivenza e spero che la nuova provincia di Grosseto spinga e supporti in questa direzione”. “Poi per noi- chiude Franci- c’è la partita delle scuole superiori: Ipsia, convitto, liceo e ex magistrale. Anche in questo settore non staremo fermi e cercheremo di tenere sempre di conto un patrimonio che è di tutta la comunità ma prima di tutto dei nostri giovani. Dunque spero che in questi delicatissimi problemi, per noi vitali, il presidente Vivarelli Colonna sarà un interlocutore aperto e disponibile all’azione”.