Davide Lazzaretti e gli alieni di Ummo

1. Alla metà degli anni Sessanta del Novecento in Spagna e Francia si inizia a parlare di una misteriosa razza aliena arrivata sulla Terra sin dagli anni Cinquanta dal pianeta Ummo.
E se ne inizia a parlare perché gli extraterrestri di Ummo si premurano di inviare a varie personalità decine di lettere dattiloscritte dove narrano del loro pianeta, della loro civiltà, dei loro viaggi.
Naturalmente questi viaggiatori siderali sulla Terra vivono ben nascosti, non si sa bene neppure come sia il loro aspetto fisico, probabilmente del tipo alieno “nordico”, ovvero alto, biondo e con mani a cinque dita molto sensibili, ma si sa con cosa viaggiano, ovviamente con i dischi volanti, che tra gli anni Sessanta e Settanta sono fotografati (riporto una delle più note immagini dei mezzi volanti di Ummo, scattata a San José de Valderas (Spagna) il 1 giugno 1967 e che ho provveduto a colorare con l’Intelligenza artificiale).

lazzaretti ummo

In particolare gli Ummiti (o Ummani) arrivano sulla Terra il 28 marzo 1950, atterrando nelle località del sud della Francia di Digne-les-Bains e La Javie. Si tratta di un gruppo di scienziati, che intercettato nel 1948 un messaggio in codice Morse proveniente dall’isola di Terranova nel 1934 si mettono in viaggio, appunto dal pianeta Ummo, a 14 anni luce da noi, dalle parti della costellazione della Vergine. La loro stella si chiama Iumma e loro stessi si definiscono Oemii.
Per un po’ i nostri scienziati gironzolano nel sud del Francia, prelevando dalle fattorie contatori elettrici, lampadine, sigarette, scarpe, vestiti, denaro e giornali, tutto a scopo di studio: dice che questi beni saranno poi conservati nel Museo della civiltà terrestre su Ummo.

Ummo PratoIl tempo passa e gli Ummiti si annoiano, così iniziano a scrivere decine di lettere, dal 1966, dove raccontano con dovizia di particolari del loro pianeta, della vita e di altre cose: su Ummo vige un sistema socialista, hanno una religione simile al cristianesimo, il giorno dura 30 ore e le astronavi non si sa bene come si muovano, ma sono aerodinamiche come si vede bene dalla foto.
Insomma, c’è parecchio materiale per far pensare che si tratti di una bufala ben organizzata. Ed infatti nel 1993 l’ingegnere spagnolo e appassionato di psicologia José Luis Jordán Peña dichiara di essere lui l’esecutore delle lettere ummite.
Tuttavia gli ufologi duri e puri non ci credono e Ummo ed i suoi viaggiatori assurgono a “verità”, tornando ogni tanto alla ribalta.
In un sito spagnolo non più esistente – ma salvato in parte su Internet Archive – ho trovato addirittura una foto a colori di un ummita scattata a Prato, in Toscana, nel 1976, con questa didascalia: “Il podere Marniano (Prato, Italia); dopo l’esperimento. Segno di Ummo )+( del 25-9-1976, a posteriori nello stesso luogo, viene fotografata questa entità umanoide il 20-10-1976.” Qualche ricerca mi rimanda appunto all’avvistamento del Podere Marniano (oggi un agriturismo) ben descritto, con la foto ma in bianco e nero (riportata addirittura da “La Nazione” nella cronaca pratese del 24 luglio 1977), sul sito del Centro Ricerche Prato (https://www.crprato.it/sito/index.php?option=com_content&view=article&id=1872&Itemid=308&jjj=1736862737460) e la storia è anche raccontata successivamente (https://www.iltirreno.it/prato/cronaca/2015/07/18/news/quella-volta-che-a-vernio-quattro-giovani-riferirono-di-aver-visto-un-ufo-1.11797884).

 

2. Ora, voi mi direte, la storia è bella, ma cosa c’entra con la Maremma, l’Amiata?
Gli ummiti avevano, come sopra accennato, un simbolo, stampigliato sulla carta da lettere e sotto le astronavi:

Simbolo UmmoNelle lettere non ne spiegano bene il significato, ma gli ufologi lo collegano a vari contesti. Vediamo cosa si scrive nel 1976 in merito: “Sul segno in questione si è speculato molto. Simile ai simboli astrologici della costellazione dei Pesci e del pianeta Urano e alla lettera russa ? (il carattere cirillico corrispondente alla J francese), esso è praticamente identico all’emblema della setta del Giurisdavidici fondata il secolo scorso da David Lazzaretti, il profeta dell’Amiata, a seguito di una serie di visioni di natura analoga a quelle avute dal profeta mormone Joseph Smith, dall’occultista elisabettiano John Dee, dal mistico svedese Emanuele Swedenborge e, più recentemente, dai sensitivi Edgar Cayce e Uri Geller.” (Roberto Pinotti, Ummo: tanti interrogativi, “Notiziario Ufo”, n. 70, Aprile-Giugno 1976, p. 7).
Fermi tutti!
Davide Lazzaretti ed il suo movimento giurisdavidico hanno per simbolo due C, una rovesciata, unite da una croce, con il significato della prima e della seconda venuta di Cristo:

Lazzaretti Simbolo

In effetti “potrebbe” ricordare il simbolo di Ummo. Potrebbe.
Il simbolo nasce da visioni che Lazzaretti ha nel 1869, in un eremo nei pressi di Montorio Romano.
Rispetto alla notizia sopra riportata c’è da fare un salto indietro, all’estate del 1974, quando sul Monte Amiata, o meglio più facilmente sul Monte Labbro (la fonte non lo precisa), si attendevano viaggiatori cosmici da Venere e magari da Ummo: “Alla fine del 1973 gli avvistamenti statunitensi prima ed italiani poi appassionano anche l’opinione pubblica del nostro Paese. Ed ecco dunque, dopo il clamoroso episodio dell’aeroporto di Torino Caselle, fare la propria comparsa (a dargli notorietà nazionale sarà il diffusissimo Gente) Antonio De Rosa, sedicente radiotecnico, di disgraziate condizioni familiari, che si presenta agli Italiani quale confidente dei Venusiani. Da allora, in sospettosa concomitanza con ondate di avvistamenti di UFO in varie regioni, il De Rosa è salito alla ribalta della cronaca con tutta una serie di pazzesche iniziative sfociate immancabilmente nel ridicolo, aventi come minimo comun denominatore l’imminente sbarco di astronauti di Venere. L’evento viene ancora promesso — dopo gli episodi di Lugo e Pavia che tanto scalpore hanno suscitato nel nostro Paese — nell’estate del 1974, sul Monte Amiata, architettando un calcolato rapporto fra la comunità Giurisdavidica fondata da David Lazzaretti e gli Extraterrestri del pianeta Ummo apparentemente protagonisti del caso perfetto di San Josè de Valderas; poi, nel clima degli avvistamenti di oltr’Alpe di quello stesso periodo, in Francia; infine, nel 1975, in Sardegna.” (Roberto Pinotti, Gli “agenti del discredito” operano anche in Italia?, “Notiziario Ufo”, Aprile-Giugno 1975, p. 10; a pagina 9 è riportata una foto di Davide Lazzaretti con il simbolo giurisdavidico l’ufo di Ummo).
Ummo e LazzarettiNon ho trovato dati più precisi di questo evento, ma certo il collegamento tra la simbologia di Davide e Ummo circola ben bene, almeno tra gli appassionati.
Un bollettino di ufologia internazionale che raccoglie notizie sparse per il mondo riporta una notizia del 2006 sempre per la zona Amiata, tratta ad una pubblicazione ufologica non precisata, forse “Ufo Notizie”, dove si dice che “una cinquantina di faggi d’alto fusto, [sono stati] sradicati in maniera singolare, in modo da lasciare una grande apertura circolare verso il cielo. Quest’ultimo dettaglio aveva acceso la fantasia dei più, che avevano pensato ad uno spiazzo creato ad arte per fare atterrare Ufo o velivoli militari…”. L’articolo si conclude citando Lazzaretti ed un’antica visione: “Il Monte [Amiata] ha una lunga tradizione esoterica; non solo per la predicazione, in passato, del guru David Lazzaretti autodefinitosi il “Cristo dell’Amiata”; ma anche per un antico evento di natura ufologica. Non tutti sanno che la costruzione della chiesa di Abbadia S. Salvatore è legata proprio ad una manifestazione di questo genere. Nel 789 il duca longobardo Rachis stava cavalcando nei pressi del Monte, quando d’un tratto un globo di luce scendeva dal cielo e si fermava sulla cima di un grosso abete, dividendosi in tre sfere luminoso e pulsanti…” (“International Ufo Press”, 199, p. 3).

 

3. La relazione tra Davide Lazzaretti e Ummo travalica i confini nazionali. Nel 1992 una rivista francese di ufologia, dedicando molto spazio ai misteriosi alieni, tratta in modo articolato di Lazzaretti, accennando addirittura già agli anni Cinquanta una connessione tra il simbolo di Ummo e quello dei giurisdavidici. Infatti il 6 novembre 1954 nel cielo di Roma si manifestano “punti bianchi” che vanno a formare il simbolo di Davide: si dice che i giurisdavidici quel giorno celebrassero una messa a Roma. (Bruno Mancusi, Le symbole d’Ummo, “Ovni-Présence”, n. 47, Mai 1992, p. 35). L’autore tratta poi di Davide (indicando che Arcidosso è “a 125 km a sud di Siena” e si trova in Umbria!), sintetizzando la sua storia e la nascita del simbolo, riportato sulla copertina di un libro (pp. 35-36).
Il “Notiziario Ufo” del giugno 1979 stila una bibliografia ufologica, che “dovrebbe comprendere salvo improbabili omissioni, tutti i libri e opuscoli più o meno direttamente riferiti al fenomeno degli Ufo e alle questioni ad esso connesse pubblicati nel nostro Paese in oltre 30 anni.” (p. 41). Tra i libri citati troviamo due libri dedicati a Davide: Elvira Giro, La scienza Giurisdavidica nei suoi movimenti incisivi fino al 1975, Roma, La Torre Davidica, 1975 e Leone Graziani, Studio bibliografico su David Lazzaretti profeta della Amiata, Roma, La Torre Davidica, 1964, per se non indicati di stretta osservanza ufologica, ovvero con un asterisco * prima del titolo! Non ho avuto modo, per ora, di consultarli: appena possibile approfondisco!

Nella primavera del 1995 infine un Ufo con il simbolo di Ummo viene osservato volteggiare sul centro di Milano ed i testimoni ne fanno il disegno (“Ufo Notizie).

Libro simbolo

Ummo Roma

 

4. Per concludere cosa ci insegna questa vicenda tra scienza, fantascienza, fede?

Ummo MilanoUn articolato saggio di semiotica uscito in inglese nel 1995 pone il simbolo di Davide Lazzaretti e di Ummo nel Gruppo 11, ovvero “Segnaletica multiasse simmetrica, sia sinuosa che retta, aperta con linee di intersezione” ovvero insieme ad un vasta serie di segni legati alla croce, ma anche all’alchimia, alla mitologia greca, allo zodiaco.
L’autore, Carl Liungman – linguista e semiologo svedese autore di molti lavori sulla simbologia – ne presenta una versione “classica”, così analizzata: “È il simbolo alchemico del sal ammoniacus, o sale di ammonio […]. Qualche volta è utilizzato per il pianeta Urano. Questo segno è anche una lettera nell’alfabeto cirillico, usato da etnie slave, come russi e serbi. È anche il simbolo della setta italiana fondata da Davide Lazzaretti alla fine del diciannovesimo secolo. Di recente alcuni ufologi lo hanno indicato come simbolo per un pianeta di un altro sistema solare chiamato Ummo, dal quale alcuni abitanti, dicono, sono stati in contatto con gli umani sul nostro pianeta.” (Carl Liungman, Thought signs. The semiotics of symbols-western non pictorial ideograms, Amsterdam, Ios Press, 1995, p. 171, mia traduzione).
I simboli, in quanto tali, sono universali, hanno in sé valori e idee che tutti possono riconoscere, o meglio, valori che magari erano evidenti in un preciso tempo e contesto e poi si sono persi. È ragionevole che dopo la morte di Davide Lazzaretti nel 1878, con un rilevante clamore mediatico, il suo simbolo fosse conosciuto, pur per un breve periodo, in tutta Italia, oltre il territorio nel quale era solito operare. Allo stesso tempo è possibile che oggi sia riconoscibile solo a poche categorie di persone, forse una parte degli abitanti del territorio dell’Amiata, magari agli storici delle religioni e gli antropologi. Lo stesso vale per il simbolo di Urano, quello del sale di ammoniaca o la lettera cirillica. I simboli sono universali ma allo stesso tempo vivono e prosperano in un preciso contesto.
Non è difficile comprendere come la storia di Ummo faccia acqua da tutte le parti, non regga alla prova dei fatti. Ma è interessante vedere come un simbolo di nicchia, quello del movimento giurisdavidico, rivestito da Lazzaretti da un forte valore, sia transitato, in parte, con similitudini magari più che con certezze, in un contesto più ampio, che si sia intrecciato ad una vicenda che tutto sommato tiene banco da oltre cinquanta anni, pur tra gli appassionati di vita extraterrestre e che alla fine quando si parla di Ummo si parli anche di Davide Lazzaretti e dell’Amiata.
Il significato, il vero valore dei simboli è questo: nascono, mutano di significato, scompaiono per un po’, riappaiono, si legano tra di loro con storie ed eventi.
Lazzaretti da umile barrocciaio è divenuto predicatore, santo, Cristo. Il suo simbolo di visione e speranza si è ampliato in una dimensione cosmica, reale o fantasiosa non ha importanza.
Importante invece è che ci siano sempre nuovi legami tra le storie, in una linea continua.

Da Venerio
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