Gli italiani di qui, gli italiani di qua… oltre ogni luogo comune il nostro paese, nella sua diversità, sta dimostrando un grande cuore. Soprattutto nelle parole e nei gesti quotidiani di quanti sono in trincea: facce pulite, appassionate, competenti.
Si tratta dell’esercito vero, senza armi, di una guerra invisibile ai più, se non nella desertificazione metafisica che c’è in giro e nei servizi televisivi da dilettanti.
Non altrettanto si può dire di chi ci governa (arco costituzionale al suo completo) e degli annunci che produce, in continua campagna elettorale da sciacallaggio psicodrammatico e da commedia paracomica.
Drammatica è invece la situazione quotidiana che rischia il collasso e corre vertiginosamente verso il baratro. Ma il “sistema” non se ne vuole accorgere. Tutti fanno finta di non aver sentito dello stop ai mutui, a cui per altro si applica un “sano” piano di interessi che fa bene solo alle banche, che chiaramente continuano a fare il loro mestiere (hanno anche loro stipendi da pagare).
Per non parlare di contributi, soltanto sbandierati, misure che possano in qualche modo arginare quello che sarà un “Vajont” finanziario. Troppo il tempo intercorso tra voci e promesse iniziali e i primi tentativi di soluzione… rimangono le macerie di un mese, quello che si sta chiudendo, con una media di fatturato generale forse inferiore al 20%… con un aumento proporzionale delle difficoltà di aziende, che mediamente già lo erano.
Le tasse in realtà non si sono fermate e nemmeno il flusso del credito, delle bollette e dei debiti: dinamica che rischia di diventare diabolica, senza la possibilità di comprenderne né la portata, tantomeno le conseguenze.
Alla fine si aggiungerà alla conta dei decessi, sui quali purtroppo è assente una dovuta chiarezza, e delle guarigioni, la lista sconfinata dei nuovi poveri, di quanti si troveranno costretti a chiudere o dovranno giocarsi i risparmi di una vita per attività strozzate in partenza da una insopportabile quanto iniqua pressione fiscale.
Ma se da tutto questo almeno una lezione vogliamo trarre, tra le tante: osserviamo i territori immacolati, il disegno commovente delle città costellate di monumenti unici, l’aria metropolitana tornata respirabile, gruppi web che si sostengono a vicenda ponendo in risalto il patrimonio culturale, la rinnovata preoccupazione sulla complessità degli affetti e delle credenze religiose, l’educazione delle file (salvo intemperanze giustificabili in parte) e perfino un rinato rispetto dell’altro.
Il nostro giornale è nato proprio per riflettere su questi temi: ambiente, cultura, socialità, tradizione. E per questo ne sventoliamo con orgoglio la bandiera minuta… ma grandissima per noi.
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