Proteggere e conservare gli Ecosistemi e le foreste: rivedere gli attuali Piani di gestione dei tagli e adeguarli alle emergenze climatiche in atto. È quanto emerso dal convegno “La Montagna nel Contesto dei Mutamenti Climatici”, tenutosi sabato 25 Novembre ad Abbadia San Salvatore nella sala della Macchia Faggeta.
La situazione generale del pianeta ha indotto ad un riflessione e ad un dibattito incentrato sugli aspetti legati alla gestione del patrimonio naturale e delle foreste a livello locale. Tra i presenti il Dott. Paolo Franchi (Consorzio Forestale del M. Amiata) e il Dott. Paolo Guerrini (Società Macchia Faggeta), nessuno per l’Unione dei Comuni. Innegabile il ruolo delle foreste nel contesto del riscaldamento globale: “Sono fabbriche di pioggia e di aria, sottolinea il Dott. Alessandro Bottacci, hanno una forza che ha permesso per 600 milioni di anni le condizioni di vita sul pianeta ma nonostante la loro grande importanza non le rispettiamo e non consideriamo i rischi che ciò comporta. Oggi è indispensabile la tutela dei processi naturali per mantenere la biocomplessità. Ciò non vuol dire che gli alberi non si possono tagliare, continua, ma in un’ottica conservativa, arrecando il meno possibile disturbo agli ecosistemi. “È stato evidenziato come non sia più possibile gestire la selvicoltura come avviene oggi ma va modificata sulla base delle conoscenze e delle necessità attuali con azioni mirate anche sul M. Amiata dove è in atto una diminuzione delle coperture forestali. L’industria del cippato per alimentare le centrali a biomasse è forte anche nel nostro territorio e non risparmia le foreste né il suolo eppure gran parte di questa economia si regge sugli incentivi pubblici. Possiamo scegliere di continuare per questa strada oppure leggere i segnali che ci dicono di fermarci e ragionare. È doveroso rivedere gli attuali Piani di Gestione e i Piani dei Tagli nonché gli interventi previsti e adeguarli alle emergenti situazioni climatiche; non sono la soluzione ma parte della soluzione. In sintesi quanto emerso dagli esperti. “Il valore economico della produzione legnosa incide, dimostra il Dott. Fabrizio d’Aprile, solo per il 4% nel valore economico complessivo della funzione del bosco in Toscana, mentre le funzioni naturalistiche per il 35%, quelle turistico ricreativo per il 37% e quelle e per il 10% nella mitigazione dei mutamenti climatici”. “Il processo di un approccio nuovo alle foreste e alla biodiversità nell’obiettivo di una loro conservazione a lungo termine non può prescindere dall’educare all’ambiente”, sostiene il Dott. Antonio Raschi (CNR), attraverso la didattica nelle scuole, laboratori, creazione di centri visita. La seconda parte del convegno ha dato spazio a nuovi progetti e ad alcune proposte sul territorio: il Bosco SERV.E illustrato dal Dott. Giovanni Alessandri introduce ad una nuova valorizzazione dei servizi ecosistemici sul M. Amiata. La Dott.ssa Irene Mazza, naturalista, si è soffermata sul Cono Vulcanico del M. Amiata (ZSC), sulle caratteristiche della faggeta sopra i 1600 metri e sull’importanza dell’area umida di Pian della Piscina oggetto di studio da parte dell’Università di Siena, proposto e finanziato dalla Società Macchia Faggeta. “Per l’Amiata, sostiene Antonio Pacini, imprenditore e gestore dell’Orto Botanico di Fonte Magria, si rende necessario il riconoscimento dell’alto valore naturalistico e ambientale attraverso l’istituzione del Parco Nazionale del M.Amiata”. È seguito un dibattito anche acceso su alcuni aspetti legati ai tagli boschivi a dimostrazione del fatto che l’argomento foreste e il futuro della nostra montagna è particolarmente sentito dall’intera comunità amiatina che mantiene un forte rapporto identitario con il territorio. La giornata del 25 va vista come un primo approccio ai temi trattati, seguiranno incontri e dibattiti aperti ai giovani e alla cittadinanza per avviare un processo partecipativo. Le foreste e gli ecosistemi sono un bene intergenerazionale cui è legato il futuro delle future generazioni.
Cinzia Mammolotti, Coordinatrice dell’evento