Al convegno di Manciano, lo spazio riservato agli allevatori si è aperto con Simone Masala, con un’azienda fra le più predate del mancianese, che ha letto una lettera scritta al sindaco Galli dagli allevatori di Manciano. “Esperimento scellerato della conservazione del lupo. Palliativi inutili. Risarcimenti ridicoli”. Parola d’ordine: “Togliere di mezzo i predatori, fare campagne informative, dialogare con le istituzioni per arrivare in Europa, risarcimenti adeguati”. Queste le richieste, che hanno fatto da apripista ad altri interventi, nella mattinata mancianese in cui gli allevatori hanno fatto le pulci alle associazioni e hanno chiesto politiche unitarie. Domenico Chierici della cooperativa Doganella del viterbese, invocava un solo sindacato per tutti gli allevatori, urlando contro “il milione e duecentomila euro spesi per mantenere il lupo nei territori”. L’intervento di Franco Mattei culminava con: “in 11 anni nulla di fatto”. E così Antonio Soru di Roccalbegna: “Sono 20 anni che assisto a questa telenovela. Spariamo ai predatori. Per difesa lo possiamo fare”, ha detto. Massimiliano Ottaviani ha chiesto di coinvolgere tutti i sindaci italiani e di fare una manifestazione unitaria. Mentre Fernando Tizzi invocava di dichiarare il lupo “animale nocivo”. “La Maremma sta crollando”, ha osservato. Voci a sostegno dei pastori, da parte degli agronomi, con la solidarietà portata dal presidente dell’ordine Detti e di Claudio Martellini ex presidente Cia grossetana: “Questa partita-ha detto-se la giocano tutti i caseifici e gli allevatori. E la responsabile di questo problema è la provincia di Grosseto che quando la regione propose la carta del lupo, fu subito pronta a sottoscrivere di essere un territorio delimitato per il predatore. Manifestiamo a Grosseto, Firenze, Roma Bruxelles”. E di andare a Bruxelles è convinta pure Valentina Ciacci: “Si sta svendendo il territorio-ha detto-le istituzioni si devono far sentire a Bruxelles”. Mario Mori, allevatore di San Casciano dei Bagni, ha raccontato la sua storia: “avevo un gregge-ha detto e i lupi se lo sono pappato tutto. Ho cambiato allevamento. Adesso allevo chianine. I lupi si mangiano tutti i vitellini appena nati. Ho scritto a tutti: procura e prefettura. Ho scritto a Enrico Rossi. Mi ha risposto, ma il problema proprio non si vuole capire. In Umbria i predatori hanno attaccato delle persone in una stalla. La regione risponde dicendomi che gli indennizzi sono “congrui”. Ci obbligano a convivere col lupo. Noi-ha detto-bisogna fare una class action per avere risarcimenti completi. Occorre fare manifestazioni plateali, e bisogna che le associazioni cambino sistema”. Alla fine dell’assemblea Carmelo Masala davanti ai trecento allevatori ha chiesto a gran voce: “volete una manifestazione collettiva ?”. E l’assemblea ha urlato sì.