Dopo due anni di silenzio forzato, “impresa” che non era riuscita neppure ai due conflitti mondiali nel secolo scorso, tornerà a riecheggiare il 30 Aprile prossimo, a Castiglione e Rocca d’Orcia, il tradizionale “Canto del Maggio”. Una partecipata riunione del Gruppo Maggiaioli ha espresso questa intenzione, ritenendo però utile evitare – per quest’anno – il giro delle campagne (sono tre gli itinerari, percorsi ad anni alterni), quando il gruppo dal primo pomeriggio lascia il paese “per far visita agli amici e pe’ far lo bon guadagno”. Questo a tutela dei cantori, dei suonatori, di chi abitualmente li segue e delle famiglie che abitano nei poderi e casolari e, di solito, offrono alimenti e bevande in segno di accoglienza, aprendo le loro case. L’itinerario, quindi, si snoderà da metà pomeriggio fra Castiglione, Rocca ed ancora Castiglione, per concludersi si a notte fonda, ma probabilmente non alle prime luci dell’alba come accade abitualmente, al cancello del camposanto, con un madrigale dedicato ai Maggiaioli trapassati. La “Maggiolata” castiglionese affonda le sue radici in epoca lontana, ricollegandosi agli antichi riti che salutavano il risveglio della natura dopo l’apparente quiete invernale. La struttura delle quartine di ottonari richiama, in particolare, il noto “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tutta via….” di Lorenzo De’ Medici e carteggi dell’epoca rinascimentale, studiati da universitari senesi guidati dai professori Pietro Clemente e Mariano Fresta, danno conto che nelle vallate fra Acquapendente e Siena s’udivano canti inneggianti al ritorno della bella stagione alla fine del mese di Aprile.