Castiglione d’Orcia: la scomparsa di Giselda Scotto

Immagine dal volume "All'ombre della Rocca" di Maria Elena Gori

Immagine dal volume “All’ombra della Rocca” di Maria Elena Gori

E’ venuta a mancare nei giorni scorsi, a Siena, la signorina Giselda Scotto, una figura legata al borgo di Rocca d’Orcia, dove era giunta da Livorno in tenera età, con il padre Fosco e la madre Ena Aggravi, originaria del territorio senese. Laureata e colta, aveva ereditato dal padre il ruolo di imprenditore agricolo, giacché  sua madre aveva diviso con la sorella Anita la consistente proprietà costituita da vari poderi con i relativi terreni: dal bel palazzotto che affaccia sul Borgo Maestro e la cisterna trecentesca che ne contraddistingue la piazza, dove da sempre Giselda ha abitato, alla Rocca a Tentennano.

Fu proprio lei, negli anni ‘70 a firmare (in proprio e come procuratrice per la zia) l’atto pubblico di abbandono della Rocca, ormai provata dallo scorrere dei secoli di cui non potevano sostenere le spese per la messa in sicurezza, chiesta ed intimata dalle pubbliche autorità. Con tono scherzoso chi aveva con lei un minimo di confidenza amava definirla “l’ultima maggiorente della Rocca” ed era di fatto un punto di riferimento nel piccolo borgo. Amante degli animali ed in particolare dei felini, insieme ad altre persone si era resa protagonista da anni di un informale gruppo che ne seguiva numerosi esemplari randagi, oltre ad averne alcuni con sè.
Sempre presente alle iniziative culturali, Giselda Scotto si era impegnata anche nel ricostituito Comitato festeggiamenti della Rocca che per una quindicina di anni aveva realizzato, a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, varie iniziative ed appuntamenti.

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