«Finalmente i castanicoltori dell’Amiata vedono la luce in fondo al tunnel. Quest’anno, infatti, per la prima volta da quando nel 2010 il Cinipide galligeno ha fatto la propria comparsa, i castagneti hanno ricominciato ad essere produttivi in modo apprezzabile. Raggiungendo il 30% del loro potenziale produttivo». Lo sottolinea l’on. Luca Sani, presidente della XIII commissione Agricoltura della Camera, che lo scorso sabato pomeriggio (ndr 21 ottobre) si è recato sul versante grossetano dell’Amiata per un incontro promosso dal neo segretario Pd di Castel del Piano, Federico Badini. Sani, accompagnato da Badini e da Lorenzo Fazzi, presidente dell’Associazione per la valorizzazione della castagna del monte Amiata IGP, ha incontrato i castanicoltori prima in località Vernia e le Piane, e poi presso la sede della nuova cooperativa dei produttori in località Pergole (Arcidosso), dove c’è l’impianto di selezione e trasformazione del prodotto. Cooperativa nata nel 2016, che riunisce 11 soci di cui Lorenzo Fazzi è il presidente.
«Sull’Amiata – aggiunge Sani – il comparto castanicolo copre una superfice di quasi 3.000 ettari e occupa circa 2.000 persone, con una cinquantina di aziende specializzate. Nei momenti migliori questo ha garantito fatturato per sei milioni di Euro. L’obiettivo di tornare a quei livelli, e di superarli organizzando meglio la filiera, è oggi a portata di mano. Il contrasto biologico al Cinipide galligeno attraverso il lancio dell’insetto antagonista Torymus sta infatti dando i primi tangibili risultati, dopo che grazie ai finanziamenti di Mipaaf e Regione sono stati investiti più di 130.000 euro da parte dell’Unione dei comuni e dell’Associazione dei castanicoltori».
«Certo – aggiunge Sani, nel sottolineare quanto ci tenesse a tornare sull’Amiata nel momento del raccolto – c’è ancora molto da fare per riportare i castagneti al loro naturale vigore. Il Torymus, al momento, a seconda delle zone, ha raggiunto una copertura delle aree coltivate a castagno che va dal 40 al 60%, e quindi vanno completate le operazioni di insediamento dell’antagonista naturale del Cinipide. Poi dobbiamo migliorare le tecniche di contrasto alla muffa delle castagne e va tenuto conto che quest’anno la siccità ha ridotto di un terzo le dimensioni della Bastarda rossa e dei Marroni, che comunque sono belli e di ottima qualità. Ad ogni modo la strada per uscire dalla lunga crisi produttiva è tracciata, e stanno arrivando i primi concreti risultati. Nell’immediato futuro dovremo tutti lavorare alla migliore organizzazione della filiera.
Da questo punto di vista – ha concluso Sani – ai castanicoltori amiatini ho spiegato che molto dipenderà dalla nostra capacità come Paese di inserire la filiera castanicola nella nuova programmazione comunitaria, facendo leva sulla relazione tra la rilevanza produttiva del comparto e l’importanza dei castagneti come presidio di prevenzione del dissesto idrogeologico e di tutela ambientale. Un lavoro che a Bruxelles è già stato avviato e sul quale, Governo e Parlamento, siamo fortemente impegnati».
«Questo incontro – sottolinea da parte sua il giovane segretario del Pd di Castel del Piano, Federico Badini – fa parte di una campagna di ascolto delle istanze dei protagonisti economici sul nostro territorio. Ed è la conseguenza della rilevanza che il comparto castanicolo ha nel nostro tessuto economico locale».