La sala del Centro Civico in Via Fiume era stipata e non tutti hanno trovato posto a sedere: è stata un’assemblea pubblica molto partecipata, quella promossa a Campiglia d’Orcia dalla Pro Loco e da altre espressioni del volontariato locale mercoledì 20 settembre. Unico argomento: scongiurare la chiusura dello sportello bancario, che il Monte dei Paschi ha – si può dire da sempre – nella località amiatina. Presenti tanti cittadini e cittadine, una delegazione proveniente dalla vicina Bagni San Filippo, rappresentanti delle varie associazioni paesane ed il sindaco di Castiglione d’Orcia, Claudio Galletti. Il primo cittadino ha promesso tutto l’impegno possibile da parte dell’Amministrazione Comunale per evitare la chiusura di quello che è, nei fatti, un servizio assimilabile alla pubblica utilità, specie per le persone più anziane, per chi ha difficoltà di spostamento, per quanti provano a mantenere o intraprendere attività agricole, artigianali o ricettive. Domenica prossima, intanto, si terrà un consiglio comunale straordinario aperto, convocato proprio a Campiglia d’Orcia per favorire la partecipazione della popolazione, al termine del quale è ipotizzabile l’adozione di un’ordine del giorno che sarà inviato non solo ai vertici dell’Istituto di credito, ma anche alle istituzioni pubbliche, ai parlamentari della circoscrizione ed a quanti possano avere voce in capitolo. La popolazione è determinata ad intraprendere ogni possibile azione che eviti la chiusura e già si sono levate le voci di chi propone di cambiare banca nel caso venisse confermata la chiusura della filiale. Non c’è dunque pace, su questo fronte, per il territorio comunale castiglionese: lo scorso anno nubi nere si erano addensate sulla filiale di Vivo d’Orcia, dove l’ufficio postale è già stato soppresso anni fa, la cui chiusura fu poi evitata mettendo in campo l’azione di un comitato apposito formato da Comune, Associazioni varie e cittadini, che si recarono anche in delegazione a Palazzo Salimbeni, nel capoluogo provinciale, per illustrare le loro ragioni. Sembra che questa ulteriore ipotesi di taglio sia frutto di nuove richieste in questo senso pervenute da organismi sovraordinati, che insistono nel chiedere la riduzione degli sportelli bancari, senza avere – temiano – la benchè minima idea di cosa questo possa significare in piccole realtà dove è abbastanza faticoso rimanere, con alcuni servizi per loro natura già lontani o comunque non a portata di mano. Eppure i territori rurali rappresentano la maggior parte del suolo nazionale e la necessità di presidiarli, curarli, mantenerli per quanto possibile produttivi ed in buon ordine, dovrebbe essere interesse di tutti, a partire da chi riveste ruoli di responsabilità nei livelli istituzionali più elevati. La sensazione, e non solo quella, spiace dirlo, è tutt’altra: basta guardare alle manutenzioni stradali sempre più rarefatte e faticosamente attuate con tempi dilatati, per avere un’ulteriore conferma dello stato di semi-abbandono in cui versano – per esempio – territori inseriti anche negli elenchi Unesco come Patrimonio dell’Umanità, dove i ponti crollati restano tali e le strade interrotte per anni.