Nei giorni scorsi è comparso, in alcuni negozi e locali pubblici ed affisso alla recinzione esterna dell’ex Asilo infantile “Casa dei bambini”, ubicato in Via Senese a Castiglione d’Orcia, il testo introduttivo di una “Petizione popolare”, con l’indicazione che è possibile sottoscriverla “presso le attività commerciali”. Il documento è firmato dal “Comitato promotore Castiglione Futura”, del quale non era nota finora l’esistenza, propone di istituire nell’immobile il “Centro sociale anziani comunale/ Centro culturale polivalente”. Il testo, parte dalla considerazione che la struttura è inutilizzata e “versa in uno stato di abbandono da molti anni”. Viene poi posto l’accento sull’utilità di realizzare nell’edificio sia il Centro per gli Anziani “dove le persone potranno incontrarsi, socializzare, conoscersi, vivere in piena armonia e rispetto rompendo la solitudine, l’isolamento”, che il Centro culturale polivalente, “dove giovani e meno giovani potranno svolgere le più svariate attività culturali”. Non si è fatta attendere la risposta, indiretta, del sindaco, Claudio Galletti, il quale in una comunicazione via social ha fatto presente che circa un mese fa il consiglio comunale ha approvato il piano delle opere pubbliche per il prossimo triennio, nel quale è inserita anche l’ipotesi di recupero dell’ex asilo per attività culturali, con una prima ipotesi di spesa di 350 mila euro. Il primo cittadino ricorda che era questo uno dei punti del programma già nella precedente legislatura, ma che non era stato finora possibile affrontarlo per l’alto indebitamento dell’Ente, che aveva in epoche precedenti contratto numerosi mutui, alcuni dei quali sono andati ora all’estinzione, consentendo di ipotizzare l’assunzione di nuovi. La “Casa dei Bambini”, costruita negli anni Trenta del secolo scorso nell’ambito di progetti filantropici della marchesa Iris Origo, (che abitava a La Foce, nel Comune di Pienza), è stata retta a lungo da un’ Ipab, sciolta a metà degli anni “80, e fu poi ereditata dal Comune. Per decenni le Suore Stimmatine gestirono l’Asilo; poi, quando se ne andarono, subentrò la gestione con le insegnanti statali e l’ente locale. Sul finire degli anni Novanta, fu ritenuto opportuno (forse con molto zelo) cessarvi l’attività didattica e l’edificio è rimasto in attesa di nuovi utilizzi.