Dopo essere assurta agli onori delle cronache per gli assalti di turisti non sempre rispettosi dell’ambiente e delle limitazioni poste per salvaguardare l’incolumità pubblica al “Fosso Bianco”, dopo essere stata presa di mira per l’organizzazione di possibili “Rave party” già l’anno scorso e poi quest’anno, dopo la permanenza non troppo ortodossa di alcune decine di partecipanti in coda ad un “Rave” organizzato nei pressi della mai realizzata Diga di San Piero in Campo (nel comune di Radicofani) poco tempo fa, finalmente per Bagni San Filippo arriva un periodo abbastanza tranquillo – complice la stagione invernale – ed alcune buone notizie.
La prima: è stato approvato dal consiglio comunale di Castiglione d’Orcia – nel cui territorio la stazione termale ricade – il progetto definitivo per la ristrutturazione con alcuni ampliamenti e la riorganizzazione degli spazi nello stabilimento (albergo, piscina, ambienti per le cure) ex proprietà della famiglia Contorni, che per decenni lo ha gestito, con l’utilizzo delle acque termali ottenute in concessione prima dal Demanio e poi dalla Regione Toscana. Gli interventi puntano ad innalzare il livello dei servizi offerti alla clientela, il cui “target” sarà verosimilmente più elevato rispetto al passato. Qualche timore viene espresso dalla gente, soprattutto in ordine ai possibili costi per l’accesso alla piscina termale, visto che altrove, in strutture analoghe, i biglietti sono diventati non proprio alla portata di tutte le tasche.
La seconda: proseguono l’iter progettuale ed i passaggi necessari all’approvazione del progetto di recupero dell’area ex Amiata Marmi, dove altri imprenditori intendono costruire un albergo, usufruendo a loro volta di una quota-parte delle acque sulfuree provenienti dall’unica concessione. Questo sarà possibile poiché nel rinnovo, avvenuto in anni recenti, l’Amministrazione Comunale castiglionese guidata dal sindaco Claudio Galletti, è riuscita a far inserire un “obbligo” al rilascio di una quota parte dell’acqua in presenza di altra struttura che intenda utilizzarla. D’altronde, ad oggi, l’acqua calda proveniente dal sottosuolo è sufficiente per consentire tale operazione senza creare problemi al gestore principale.
La terza: in concomitanza con l’approvazione del progetto per la proprietà ex Contorni, il consiglio comunale ha anche approvato uno schema e demandato alla Giunta Municipale la definizione del comodato d’uso gratuito dell’area boschiva antistante la cosiddetta “Balena Bianca”, da stipularsi con la società proprietaria del non lontano podere in località “Rovinati” (dove dovrebbe a sua volta essere realizzata una struttura agrituristico-ricettiva). Questo potrebbe essere un buon punto di partenza per ragionare intorno alla possibilità di creare un Parco, delimitato, sorvegliato e manutenuto, nell’area del Fosso Bianco. E’ ormai evidente come non sia opportuno lasciare che i flussi di persone avvengano in modo indiscriminato e senza limiti e controlli, dato che l’area non è poi così vasta. Ci sono, poi, oggettivi rischi per l’incolumità (negli ultimi anni almeno 3-4 volte i soccorsi intervenuti per persone cadute hanno dovuto attivare l’elisoccorso “Pegaso”), legati in particolare alla morfologia del terreno e alla friabilità dei depositi di calcare lasciati dall’acqua durante il suo scorrimento. A parere di chi scrive dovrebbe passare il concetto che queste non sono “terme libere” (concetto diffuso dal tam-tam sui social), ma un Parco naturalistico nel quale si può fare una passeggiata, trascorrere del tempo, fare magari una grigliata in sicurezza in spazi creati e gestiti. E così potrebbero essere organizzati una serie di servizi: il rifornimento della legna o carbone necessari ad alimentare i barbecue, l’organizzazione e la costante pulizia e raccolta dei rifiuti, predisponendo sentieri dotati di corrimano e “pavimentazione” (anche solo a fondo battuto con breccia e breccino) che rendano agevole la visita, dotando magari tutta l’area di illuminazione, che possa consentire anche di usufruire degli spazi in orario serale. Tutto questo comporterebbe però la presenza costante di personale e la necessità di introdurre un modesto biglietto giornaliero d’ingresso, attraverso il quale avere anche sotto controllo il numero massimo di persone alle quali può essere consentita la permanenza in contemporanea. A monte dovrebbe intervenire un accordo fra i Soggetti pubblici e privati coinvolti, a vario titolo, nella gestione area (Regione, Comune, privati confinanti con l’alveo del torrente demaniale che non optino per il comodato gratuito all’ente pubblico). E’ possibile che questo scoraggi alcuni visitatori ma, per altro verso, incoraggi altri in cerca di una maggiore tranquillità e di poter godere dell’area naturalistica del Fosso Bianco in una veste nuova. Intanto giungono notizie non troppo tranquillizzanti rispetto allo sfruttamento geotermico che la società “Sorgenia” ha richiesto alla Regione Toscana, per realizzare una centrale lungo la Cassia, in località “Voltole” (nel comune di Abbadia San Salvatore), a pochi chilometri stradali – ed ancor meno in linea d’aria – da Bagni San Filippo. Un comitato specifico, varie associazioni ambientaliste ed i comuni di Pienza, San Quirico d’Orcia e Castiglione d’Orcia hanno già fatto sentire la loro voce e chiesto che la Regione non proceda a rilasciare le autorizzazioni necessarie. Non è detto, però, che questo sia l’esito conclusivo.