Il pomeriggio di sabato 8 aprile nella biblioteca comunale di Arcidosso è stato presentato il libro “Colori sopra le righe”, l’ultimo lavoro di Emilio Sarti, un arcidossino che da sempre ricerca, scrive, dipinge e studia avendo al centro dei suoi interessi la comunità di Arcidosso.
E’ questo il libro edito da Effigi che arriva dopo “Arcidosso e dintorni”, “A spasso con i miei pensieri”, ”Pascoli nostri”, “Il tempo che faceva” e la novità, questa volta, è costituita dalla ricca documentazione iconografica, a colori, che Sarti affianca ai suoi scritti. Sono pastelli, disegni a matita, a sanguigna, a seppia, a gessetto, a china: “Ho cercato di inserirli -dice- adeguandoli ai testi. Sono persone e paesaggi, bozzetti di vita, rocce, boschi, montagne, uccelli. Il mio mondo”.
Si comincia con le poesie, la prima del 1958. Sono quasi 60 anni. Perché Sarti è da quando era appena adolescente che scrive e dipinge: “Cominciai da ragazzo – confessa- Ho frequentato per 4 anni il liceo artistico e la passione per la pittura non è venuta mai meno. Nel libro mi è piaciuto annotare soprattutto Arcidosso e la sua campagna e poi i personaggi che nella vita mi sono rimasti più impressi, quelli che hanno, per così dire, segnato il corso della mia esistenza”.
Le poesie scandiscono un arco di tempo che va dalla fine degli anni ’50 fino al 2016 e portano, in calce, anche i luoghi dove sono state composte: scale del monumento, terra rossa, monte Aquilaia, prati molli, podere Giannelli, Salaiola, Pietrafitta, Monte Labro e altri luoghi del cuore. E poi i racconti, le ricerche, i ritratti. Fra le ricerche spicca quella sul lupo a Monte Labbro, dove si dimostra, con testimonianze raccolte da persone di cui si forniscono le generalità, che il lupo a Monte Labro non c’era, se non come presenza sporadica e immediatamente eliminata dai lupai. E ancora racconti di caccia, il contatto con la natura sicura e semplice e infine i ritratti di arcidossini. Ritratti per lo più a matita o a sanguigna, e a fianco una piccola scheda che ricorda le persone: “Ho fissato il “mio” Arcidosso – commenta Sarti – il mio paese di un tempo che fu.
Un omaggio, insomma, a una terra che Sarti conosce palmo a palmo: macchie, sentieri, poderi, coi loro nomi e nomignoli: “Non per accendere un’irresistibile nostalgia verso una patria perduta, ma per stimolare il ricordo di un momento felice.
Scheda del volume Colori sopra le righe