Santa Fiora produce la Traviata. Per la prima volta sabato 17 novembre, alle 20 e 45 e in replica domenica 18 novembre alle 17, al teatro Andrea Camilleri, andrà in scena questo classico del repertorio operistico italiano, in una produzione tutta interna al paese, realizzata dalla Filarmonica comunale Gioberto Pozzi, insieme alla corale Padre Corrado Vestri di Santa Fiora, con il sostegno di Fondazione Santa Fiora Cultura. Lo spettacolo ha già fatto il tutto esaurito.
Sotto la sapiente direzione del maestro Daniele Fabbrini e del regista Luca Visconti, oltre 60 membri non professionisti delle due associazioni di volontariato, si sono impegnati per 6 mesi consecutivi nella realizzazione di questo progetto che è straordinario per una piccola realtà come Santa Fiora. Anche i personaggi dell’opera sono tutti dell’Amiata. Il solo elemento “esterno” è il baritono francese Sofiane Cherfa, che interpreta il personaggio di George Germont.
“Il nostro è il comune della musica – commenta il sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi – e lo confermiamo con questa eccezionale produzione, forse unica nel suo genere in Toscana, per il numero di famiglie del paese coinvolte: avremo sul palco ben 30 coristi e 35 bandisti. Sono padri, madri, figli e figlie di Santa Fiora. Mettere in piedi l’opera è di per sé molto complesso anche per dei professionisti, riuscire a farlo mettendo insieme una filarmonica di dilettanti e una corale di dilettanti è davvero incredibile ed è la conferma che entrambe le associazioni musicali stanno raggiungendo un livello qualitativo davvero eccellente. Adesso siamo felici e onorati di poterla presentare al pubblico.”
Quella che andrà in scena a Santa Fiora è una versione della Traviata il più possibile fedele agli allestimenti proposti nei più prestigiosi teatri, come ha spiegato durante la conferenza stampa il maestro Daniele Fabbrini, che ha aggiunto “Ci siamo avvicinati con tutta l’umiltà necessaria per affrontare questa grande opera di Giuseppe Verdi. La Traviata è attualissima, e per questo va ancora in scena a distanza di un secolo e mezzo ed è l’opera più rappresentata al mondo. Sono orgoglioso della nostra produzione, alla quale abbiamo lavorato con serietà, passione e dedizione per dare il meglio. Ringrazio i presidenti di banda e corale e tutti i membri delle due associazioni per il risultato ottenuto”.
“Niente avviene per caso – ha detto Renzo Verdi, presidente della Fondazione Santa Fiora Cultura – dietro a questo ambizioso progetto, ci sono anni di amministrazioni locali, compresa quella attuale, che hanno sostenuto la cultura, portando avanti iniziative che contribuiscono a far conoscere Santa Fiora in Italia e nel mondo”.
“Quella che inizialmente sembrava un’impresa impossibile, oggi è realtà – ha infine commentato Moreno Pomi della corale Padre Corrado Vestri – mese dopo mese abbiamo acquisito fiducia nelle nostre possibilità e abbiamo capito che ce la potevamo fare. Sono sicuro che questa nostra Traviata sarà un successo.”
Ma ecco i personaggi: Viola Pomi interpreta Violetta Valèry; Daniele Nutarelli è Alfredo Germont; Sofiane Cherfa è George Germont; Mirian Magnani interpreta Flora Bervoix e Moreno Pomi Gastone De Letorieres; Sergio Pennatini è il barone Douphol; Paolo Bruni il marchese d’Obigny; Mirella Picconi è Annina; e Silvano Bartolomei è Giuseppe.
La Traviata
Composta da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave per la rappresentazione del 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia, è la terza opera della cosiddetta ‘trilogia popolare’ con Rigoletto e Trovatore. Delle tre è la più intimista, quella in cui lo scavo della protagonista appare più ricco di sfumature. L’intreccio drammaturgico presenta diversi ingredienti tipici della librettistica ottocentesca: l’amore, misterioso, altero, croce e delizia, appare come una forza capace di superare ogni limite imposto dalle regole della società. Vi sono tuttavia anche forti elementi di novità; innanzitutto il fatto che si tratta di una vicenda derivata dalla cronaca contemporanea: Marie Duplessis – archetipo reale di Violetta – fu una delle più celebri prostitute del tempo, e Alexandre Dumas, che ne fu l’amante, la consegnò a futura memoria col nome di Marguerite Gautier nel romanzo La Dame aux camélias (1848). Il nucleo conflittuale dell’opera si basa sulla contrapposizione fra la vita mondana e quella domestico-familiare. Violetta dà scandalo perché il suo gesto d’amore oltrepassa i limiti che l’ipocrisia borghese conferisce al suo ruolo, la sua figura attraversa i due mondi e li occupa entrambi. Questa complessità psicologica del personaggio ha spinto Verdi ad una caratterizzazione sonora fra le più composite – e, di conseguenza, interpretativamente ardue – nella storia del melodramma. Nella Traviata le tinte sonore fondamentali sono due, contrapposte come lo sono le due sfere di valori che rappresentano. La prima è quella mondana e sentimentale, realizzata con melodie brillanti e l’uso insistente, in molti pezzi, di un ritmo di valzer più o meno latente. Invece la seconda tinta, che emerge a partire dalla metà dell’opera, dal duetto tra Violetta e Germont, e che prevale man mano che ci avviciniamo alla fine, è funebre, solenne, austera. Questo mondo sonoro accompagna Violetta alla sua fine tragicamente delicata e, al contempo, eroica.