Le rocche Aldobrandesche, famose per la loro grandezza e imponenza, hanno dominato e dominano tutt’ora la zona che si estende tra la Maremma, Il Monte Amiata; sono fortificazioni fatte erigere dalla nobile famiglia comitale degli Aldobrandeschi nel corso del Medioevo. Di origine longobarda, gli Aldobrandeschi discendevano dai duchi di Spoleto Ildebrando e Mauringo e facevano parte della stirpe dei Re d’Italia Pralinando, Ansprando e Ildebrando. Il loro dominio nelle località di Colle Val d’Elsa, Santa Fiora, Arcidosso e Sovana venne pian piano meno, minato gradualmente dalla Repubblica di Siena, la quale ottenne la loro sottomissione nel 1331, dopo un assedio di sei mesi alla città di Arcidosso. In considerazione di questo Giovanni Barbagli scrive al neo assessore al turismo Leonardo Marras per illustrare un progetto denominato “le vie della Maremma Aldobrandesca”. Il progetto, scrive Barbagli, parte dalla considerazione che tutta la Maremma è stata sotto il controllo degli Aldobrandeschi per circa trecento anni tra i l’XI e il XIV secolo e quasi tutti i comuni sono caratterizzati da castelli, palazzi e altri edifici costruiti da questa famiglia. Il paesaggio è anche segnato da abbazie, chiese e pievi che sono state costruite in quei secoli. L’idea generale sarebbe quindi quella di collegare tra di loro i vari luoghi di interesse storico/artistico tramite percorsi sviluppati ad hoc a partire da elementi e connessioni di carattere storico, culturale e artistico e che sarebbero basati su sentieri, ciclovie/ippovie già esistenti. Ogni percorso sarebbe corredato da materiale informativo con una descrizione storica breve, chiara e concisa che servirebbe a presentare la strada e il territorio che attraversa, inoltre, ogni singola località di interesse toccata o limitrofa alla strada sarebbe descritta in poche righe.
L’obiettivo di questa proposta sarebbe duplice: da un lato, chi percorrerà la via avrebbe i senso di fare un tragitto che avrebbe un significato che va al di là del semplice osservare luoghi e paesaggio e dall’altro sarebbe possibile, sul territorio, mantenere o nel caso scoprire una parte della propria storia.
Un altro possibile obiettivo sarebbe quello di sviluppare ogni percorso in modo da coinvolgere le realtà ricettive e produttive locali, costruendo o ripristinare strade e itinerari tenendo conto non solo quel presenti nei centri abitati, che farebbero comunque parte della strada, ma anche quelli più periferici.
Questa proposta prevede la costruzione di un sito informatico che illustri l’insieme dei percorsi, magari in questo caso in forma estesa e divulgativa e che presenti anche ogni singola strada mettendo in evidenza attrattive storico/artistiche comprese le attività tipiche artigianali del territorio. Un progetto come questo avrà bisogno di una base finanziaria importante e quindi è auspicabile cercare finanziamenti a livello europeo, nazionale e regionale ma anche contributi dai comuni e dai privati, mettendo in campo una serie di incontri e momenti cultuali coinvolgendo esperti de territorio, guide ambientaliste locali e ricercatori universitari.
Renzo Bonelli