Con una missiva indirizzata a molteplici interlocutori, l’Ente Nazionale Protezione Animali, Sezioni Amiata e di Piancastagnaio, ha chiesto un incontro con i sindaci del comprensorio per trattare il tema dell’emergenza randagismo, nell’ottica di tutelare il benessere degli animali e la corretta convivenza tra randagi e cittadini. Le Sezioni segnalano, non senza preoccupazione, come negli ultimi due mesi siano stati catturati 30 cuccioli di pastore maremmano, senza considerare gli esemplari adulti presenti nel canile in località “Campo Capanne” (Campiglia d’Orcia) e quelli che sono stati “appoggiati” alla struttura di Ribolla, quando il canile locale non è in grado di riceverli per mancanza di spazi. E’ ovvio che il pastore maremmano, per sua natura, non si presenta come facilmente adottabile, viste sia la mole che l’indole.Le Sezioni dell’ENPA proseguono nel loro appello alle amministrazioni locali, evidenziando come questi cani classificati “randagi” abbiano in realtà, in origine, dei proprietari, che però non li dotano di “microchip” e provengano perlopiù da aree rurali, dove sono abituati probabilmente a vivere non all’interno di ristretti box, che non si presentano come la soluzione ideale del problema. Per queste ragioni, sostengono i volontari della Protezione animali, è necessario operare con un piano che intensifichi l’opera di prevenzione, sterilizzando i randagi e procedendo a più stretti controlli nei confronti sui privati, con particolare attenzione alle aree rurali. Il caso, recentissimo, della pellegrina tedesca che è stata azzannata da un cane di grossa taglia nel territorio di Radicofani potrebbe rientrare nella casistica dei randagi, oppure in quella dei cani da guardianìa, lasciati forse senza controllo al di fuori di aree recintate o dalle quali sono, in tutta evidenza, in grado di uscire. Il sindaco di Radicofani, Francesco Fabbrizzi, ha chiesto aiuto agli organi preposti per tentare di catturare questi cani vaganti, cercando di capire successivamente se siano effettivamente randagi o meno.