Gli attivisti dei comitati Nogesi e Giacomo Giannarelli criticano la troppa celerità del presiedente Rossi nel trattare l’accordo per la geotermia con Enel: “Occorrerebbe una svolta radicale nelle politiche delle aree finora asservite alla geotermia, che invece Rossi conferma, in danno alla salute e al lavoro”. A scatenare le reazioni dei comitati è la notizia della trattativa tra Enel Green Power e Regione Toscana per redigere un nuovo protocollo sulla geotermia e che il presidente Enrico Rossi potrebbe definire entro l’estate. Grazie a questo nuovo accordo, che prevede un incremento dello sfruttamento dei soffioni sia nell’Amiata che nell’Alta Valdicecina, la Regione arriverebbe a incassare 60 milioni di euro l’anno. Enel Green Power dovrebbe garantire emissioni estremamente basse, grazie all’impiego dei filtri Amis, già utilizzati nelle centrali di Bagnore 3 e 4, che trattengono ammoniaca e altre sostanze. I comitati vedono in questi 60 milioni, che entrerebbero in Regione, un tentativo di monetizzazione della salute dei cittadini. Il M5s pone la questione sul piano politico: “In questi anni sono stati troppo pochi i benefici e a rimetterci sono stati i cittadini–ha affermato Giannarelli—Sì a bassa e medie entalpia ma solo col consenso delle popolazioni ospiti, con la garanzia di emissioni zero. Tutto il resto è da evitare. È necessario puntare sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili come il fotovoltaico”. Intanto il 30 luglio avrà luogo a Piancastagnaio la conferenza decisoria sulla nuova centrale geotermica Pc6.