In una domenica fredda di Febbraio nasce a Monticello Amiata una nuova sezione dell’Anpi. Nasce in un momento storico particolare dove la necessità di una riscoperta dell’antifascismo è più importante che mai. Nel fine settimana appena passato abbiamo non a caso degli esempi forti di un movimento antifascista, come la manifestazione pacifica nel capoluogo di provincia che ha visto partecipare giovani e meno giovani per rimarcare l’identità antifascista della città di Grosseto, un movimento spontaneo che si è concluso con la nascita di un Comitato giovanile antifascista per conservare, difendere e portare avanti i valori della Resistenza e dell’antifascismo. Non da meno la costituzione della nuova sezione dell’Anpi che nasce da una storia importante, da una vita di testimonianza e di lotta come è stata quella di Aroldo Colombini, a cui la sezione è stata dedicata.
Aroldo Colombini è stato un partigiano, un uomo di grande spirito che ha saputo mantenere intatta la sua integrità fino al giorno in cui si è spento. Il suo pensiero era così denso e importante che è riuscito con facilità a conquistare le menti che hanno avuto la fortuna di ascoltare la sua storia. Un pensiero che è riuscito a seminare i valori dell’antifascismo e della libertà, un pensiero contrario a ogni forma di oppressione e per questo da
sempre aperto al dialogo e al confronto.
Abbiamo intervistato la nipote di Aroldo, da sempre sostenitrice e promotrice dell’iniziativa, per vedere lo svilupparsi di quest’idea da vicino.
Partiamo dalle domande più banali. Perché avete deciso di dar vita proprio a una sezione Anpi?
Aroldo era tesserato Anpi da quando l’Associazione è stata costituita alla fine della Seconda Guerra Mondiale e da un po’ di anni era tesserato onorario nella sezione di Roccalbegna perché era uno dei pochi partigiani di questa zona rimasti in vita. Per lui, soprattutto in questi anni, era diventata un’esigenza, possiamo dire che era un’ulteriore manifestazione d’impegno civile. A Monticello l’idea della sezione era nata insieme a lui e quando è venuto a mancare la prima cosa che ci è venuta in mente è stato istituirla, anche perché era un modo per ritrovarsi e per continuare a portare avanti le sue idee.
Visto il periodo storico particolare, la domanda che mi sentirei di fare è se, a vostro avviso, quest’iniziativa è stata ben accolta dalla cittadinanza.
Le persone che stanno costituendo questo gruppo sono i compagni di vita di Aroldo e l’idea è appunto quella di costituire la sezione e dedicarla a lui. Mi sembra che l’idea si stata ben accolta già dal primo incontro avvenuto a dicembre. Il presidente provinciale era felicissimo di questa cosa, ne era felicissimo anche quando ne parlavano nei mesi indietro quando mio nonno era sempre vivo. A Monticello non c’era mai stata una sezione Anpi e era uno dei progetti di cui avevano parlato più volte insieme e le persone che hanno partecipato alla prima assemblea erano tante, sicuramente di più delle aspettative. Ci è quindi sembrato che sia una cosa bel accolta da tutti.
Cosa si aspetta dalla costituzione di questa nuova sezione?
Quello che mi aspetto da questa nuova sezione? Vorrei che ci fosse intanto un lavoro culturale, di mantenimento dei valori della Resistenza e i valori propri dell’Anpi. Mi aspetto che sia un luogo aperto a tutte le ideologie a patto che il valore portante sia quello dell’antifascismo. Vorrei che fosse un luogo aperto al dialogo e alla collaborazione con le altre associazioni presenti nel territorio.
Quali sono le necessità che vi hanno spinto a costituire la sezione a Monticello Amiata?
A Monticello, come a ogni altro paese, serve ora più che mai per i giovani, per le scuole. Nel comune di Cinigiano non c’è una sezione Anpi, è giusto che nasca a Monticello anche per le battaglie ideologiche a favore della Resistenza e l’attività vera a favore dell’antifascismo a cui si è sempre dedicato Aroldo. Vorrei che questa sezione raccogliesse tutto il comune e che facesse da tramite soprattutto nelle scuole perché c’è un forte bisogno di un’educazione storica.