Non c’è stato nulla da fare: i vertici gestionali del Monte dei Paschi di Siena hanno confermato la ferma volontà di chiudere (al pari di molte altre) la filiale di Campiglia d’Orcia, cancellando oltre 80 anni di presenza e proficui rapporti tra l’Istituto bancario e la popolazione di questo paese.
Al termine dell’incontro svoltosi a Siena alcuni giorni fa su richiesta del Comitato costituito al termine del consiglio comunale aperto che si era tenuto nel settembre scorso al Centro Civico campigliese, i dirigenti montepaschini si erano riservati la possibilità di valutare se – tecnicamente parlando – fosse stato possibile mantenere aperti a giorni alterni gli sportelli di Vivo e Campiglia d’Orcia utilizzando un unico codice IBAN. Ora è giunta la notizia ufficiale che questa cosa “non si può fare” e, quindi, lo sportello chiuderà il 20 Novembre prossimo, come già preannunciava la lettera inviata ai correntisi ancor prima che l’incontro si tenesse. La proposta di lasciare aperti a giorni alterni i due sportelli, l’avevano formulata – come extrema ratio – il sindaco Claudio Galletti, il suo vice Stefano Consoli, le capogruppo delle liste civiche di minoranza, Cinzia Rustici e Valentina Vaccaro, i rappresentanti della Pro Loco e della Misericordia, i rappresentanti dei cittadini, Franco Guerri e Gabriele Di Emidio: tutti membri del Comitato che aveva portato le ragioni e le istanze – insieme ad oltre 250 firme “certificate” dalle copie dei documenti d’identità dei sottoscrittori – di una comunità che si vede ora tagliare uno degli ultimi servizi che le erano rimasti, con disagi certi per la popolazione, specie per quella fascia costituita da persone anziane, che non hanno dimestichezza con i mezzi informatici ed hanno difficoltà anche per spostarsi fisicamente presso la filiale più vicina, che resta al momento quella di Vivo d’Orcia, si a pochi chilometri, ma non per tutti agevolmente percorribili. Rimane il “presidio” dell’Ufficio Postale, sia pure con orario ridotto a due sole mattine la settimana: ma ora le cose potrebbero anche cambiare e, magari, aumentare le giornate di apertura, perché non sono pochi i campigliesi che stanno pensando per praticità (e non solo) di trasferire i loro conti correnti dall’Istituto bancario a Poste Italiane. Rimane nell’aria e, soprattutto, fra le persone, un misto di sentimenti che spaziano dalla rabbia al rammarico, dall’incredulità al senso si abbandono. Le popolazioni che abitano nelle zone montane e rurali continuano a subire costanti “disattenzioni” dettate dalle leggi dei grandi numeri, dell’economicità e dal profitto, vissute direttamente sulle proprie spalle con i tagli pubblici e privati che rendono sempre più difficile la permanenza e favoriscono, nei fatti, l’emigrazione e lo spopolamento di vaste aree, con conseguenze non certo positive nell’ottica di salvaguardare e custodire i territori.