Claudio Ceroni, cinigianese, ex presidente di Acquedotto del Fiora e politico Pd, interviene sulla questione del Cipressino, a pochi giorni di distanza dall’incidente mortale che ha visto la tragica morte di Delfina Salustri nel tratto di strada che attraversa l’Ombrone.
“Paradossalmente il tratta più micidiale del Cipressino non è quello delle curve da Montenero in su, ma è il tratto pianeggiante, la drittura che parte da Montenero e arriva a Paganico. Un segmento pericolosissimo perché le auto vanno veloci in quello che è un vero e proprio imbuto viario, stretto e che permette il sorpasso.
Lo storico di questa strada ci racconta di tragedie che si sono verificate negli ultimi anni e soprattutto, appunto, in questa parte che è formata da rettilinei che si susseguono da quando si lascia la montagna e si scende verso la piana di Paganico. Quando i sindaci mesi or sono occuparono simbolicamente la strada, chiesero di allargare anche quel tratto, oltre che intervenire sui lotti previsti nella parte montana. Infatti quella che è una vera e propria strettoia è la parte più trafficata, data la presenza degli insediamenti industriali di Santa Rita e di Orcia 1 e di tutto il flusso turistico che arriva dalle città e dalla maremma, sia in estate che in inverno”.
“A questa strada – sottolinea Ceroni – si lega la sopravvivenza stessa del territorio montano che deve sostenere sia il traffico pesante legato alle industrie e alle attività artigianali e agricole numerose della zona sia i collegamenti turistici dalle autostrade verso l’Amiata e viceversa”. L’appello è rivolto in primis alla regione toscana affinchè “ faccia presto e non si muova solo sui lotti previsti, ma che tenga in buon conto e si attivi per allargare questo pezzo di strada a valle: i morti ormai non possiamo riportarli in vita, purtroppo, ma evitare che queste tragedie si ripetano, questo sì che si po’, se c’è la volontà e la lungimiranza di farlo”.