Dal monte, in questi giorni, si alza il fumo delle puliture del bosco e i tramonti sono davvero speciali. Lo sguardo che arriva fino al mare, coglie ogni profilo, ogni borgo appollaiato sui colli.
La montagna è incantata, si sa, cara agli Etruschi domina tutto il centro Italia mediterraneo, come un faro che si vede da ogni dove.
In autunno cambia la sua veste monocroma per un’esplosione di colori che si prolunga nelle cento feste delle castagna, dei funghi e dell’olio. Dà il meglio di sé in un coro policromo di voci e canti che accende ogni comunità. Si può mangiare e degustare in ogni paese, dove non manca qualche festa caratteristica che è inutile elencare qui, perché ormai sono entrate nel sangue dei locali e nell’immaginario del turismo dei nostri giorni. Si è parlato tanto dell’allargamento della stagione e ora, la strada è quella giusta e la nostra montagna sa attirare, grazie al lavoro di moltissimi volontari e delle amministrazioni, una giusta curiosità e la gente si aspetta la dovuta accoglienza, la migliore qualità dei prodotti, quelli della natura e quelli elaborati da mani sapienti. E tutto concorre al mito millenario di una montagna magica e generosa, dove il vivere è dolce e sorprendente e… tutto può accadere, anche d’incontrare una famigliola di cinghiali a spasso o uno gnomo dal lungo berretto rosso.