A Castelnuovo dell’Abate, piccolo borgo medievale che sovrasta la celeberrima Abbazia di Sant’Antimo, si onora ogni anno, in questi giorni, il santo patrono a cui l’edificio sacro deve il suo nome. La sera del 10 Maggio, come da antica tradizione, la solenne processione muove alle ore 21 dalla chiesa parrocchiale del paese, attraversa alcune vie del centro storico percorrendo poi il lungo viale che scende verso l’edificio di culto, immerso nella vallata in cui scorre il torrente Starcia. Il percorso, al buio, è però illuminato da bossoli infuocati posti ai lati della strada. Lungo il tragitto i brani musicali religiosi – eseguiti anche quest’anno da “La Castigliana”, Filarmonica di Castiglione d’Orcia – si intervallano a canti e preghiere; una sosta all’altezza del camposanto ricorda e prega per i compaesani defunti, in particolare i sacerdoti e religiosi che, numerosi per le dimensioni numeriche degli abitanti, hanno avuto i natali in paese.
Non è assolutamente una manifestazione ad uso di turisti o fotografi (anche se questi ultimi, in special modo, non mancano): chi vive o è nato a Castelnuovo sente questo appuntamento in modo profondo e fa il possibile per essere presente: ciascuno ha un ruolo, un compito assegnato: gli incappati trasportano croci, lampioni, l’immagine della Madonna (il cui originale è conservato nell’Abbazia), il cero offerto dall’Amministrazione Comunale di Montalcino, c’è chi accende i fuochi lungo il percorso, chi si alterna per suonare a distesa la campana maggiore abbaziale, che idealmente guida il cammino. Al termine, l’accensione del cero votivo davanti alla sacra effige mariana, il saluto e la benedizione del sacerdote, che quest’anno dovrebbe essere don Giovanni Ferrari, da poco nominato “ad interim” dalla Curia officiante dell’Abbazia. Giovedì 11 Maggio, festa liturgica del patrono, è prevista una solenne liturgia al mattino in onore di Antimo, martire della Fede nei primi secoli del Cristianesimo.