“Le migrazioni di migliaia di persone verso l’Italia sono una realtà con cui si deve fare i conti – ha affermato Federico Balocchi, sindaco di Santa Fiora nell’assemblea pubblica di Marroneto – senza generare strumentali paure e speculazioni politiche. Abbiamo forti perplessità su come questo evento è gestito a livello nazionale ed europeo, ma riteniamo che la chiarezza sulla realtà delle cose sia l’unico strumento che ci può aiutare a governarlo bene.
L’ho detto al Prefetto, con cui mi sono incontrato, e l’ho riconfermato ai cittadini: obbligare Santa Fiora, e ogni realtà piccola come la nostra a ricevere migranti solo perché c’è una struttura privata disponibile ad accoglierli, è una scelta che non condivido. Il prefetto di Grosseto ha dimostrato attenzione e sensibilità e, pur avendo piena discrezionalità nel determinare la quantità di migranti da prevedere nella struttura di Marroneto, ha convenuto che il numero massimo ipotizzabile sia di 15 persone. Il loro arrivo – è bene essere chiari – resta in ogni caso un’ipotesi.
Il Comune di Santa Fiora, dunque, ha esercitato il proprio ruolo rappresentando al prefetto la contrarietà della popolazione alla proposta di Marroneto e questo ha comportato una drastica riduzione del numero di persone rispetto a quanto paventato. A questo punto, pur riconfermando le nostre critiche e la nostra contrarietà a questo sistema, nella consapevolezza che il fenomeno delle migrazioni non si fermerà, vogliamo provare a governare la questione decidendo noi come gestirla.
Il percorso possibile per portare il Comune, anziché la Prefettura, a guidare la vicenda è sottoscrivere direttamente con il Ministero un atto che garantisca anche in futuro una contenuta presenza di migranti.
La normativa prevede, infatti, per i Comuni l’opportunità di avviare un progetto SPRAR, sistema di protezione per richiedenti asilo, che consente di determinare direttamente la quota di flussi escludendo l’intervento coatto della Prefettura e fissando definitivamente la quota massima di migranti ricevibile. Se attiveremo questo progetto, saremo noi a decidere dove collocare il centro, non rimettendoci all’arbitrio dei privati, sarà il Comune ad appaltare la gestione dei servizi nel rispetto dei programmi ministeriali e sarà fissato definitivamente il numero massimo in 10 persone.
Vogliamo governare con responsabilità e realismo una situazione oggettivamente difficile.
Tutti i “passaggi” che saremo chiamati a percorrere come Comune saranno resi pubblici e oggetto di dibattito in Consiglio Comunale garantendo la trasparenza e la più ampia consapevolezza della popolazione. Questa è la nostra risposta a chi cerca protagonismo senza proposte, critica senza avere idee, cerca consenso generando odio.”