Il museo è un tempio della conoscenza folclorica italiana, un vasto patrimonio di oggetti e documenti a disposizione degli studiosi e dei curiosi.
C’è da sempre una piccola sezione dedicata a Davide Lazzaretti, a pieno titolo nella storia delle tradizioni popolari italiane, una teca con alcuni vestiti, oggetti…
A metà febbraio il museo ospiterà una mostra dedicata al nostro mistico eremita e visionario, grazie soprattutto all’interesse suscitato da Simone Cristicchi, dal suo mettere in scena l’immaginario lazzarettista e grazie alla curiosità di Leandro Ventura (direttore del museo) e dei suoi collaboratori Marisa Iori e Giuliana Barilà, che si sono resi perfettamente conto della grandezza del personaggio e dell’opportunità di costruire un percorso che approdi a migliori definizioni espositive e dunque culturali, nel panorama degli studi sui fenomeni socio-religiosi della modernità.
Inoltre, intorno alla figura del “nuovo messia dell’Amiata” insiste un patrimonio figurale e un universo simbolico di particolare intensità, nato spontaneamente nel sistema di relazioni intercorso.
Forse ci sono state altre figure coeve o simili, ma, mai nessuno ha avuto una così ampia presenza nella pubblicistica editoriale fin da subito dopo la scomparsa.
Mai nessuno ha suscitato un interesse diacronico di questa portata.
Motivi in più per cercare di comprendere come sarà possibile un progetto continuativo che renda infine giustizia all’altezza del personaggio, dagli albori, alle indagini lombrosiane, alle interpretazioni contemporanee.
Noi, ci siamo.