Il comitato di fusionisti, una quindicina di persone, sia dell’uno che dell’altro comune, ce la sta mettendo tutta e il 20 gennaio, con due successive riunioni, ha chiamato a raccolta i cittadini dei due borghi. I cittadini hanno partecipato, incuriositi da un’ipotesi che ha da un lato ragioni soprattutto economiche (con una scadenza precisa) e dall’altro però, si porta dietro perplessità e dubbi che alcuni di coloro che sono contrari all’ipotesi di fusione sono andati a dire agli incontri che si sono svolti senza polemiche, ma solo animati dalla voglia di cercare il meglio per la comunità. Non hanno fatto mancare la loro presenza ai due incontri, nemmeno i primi cittadini di Castell’Azzara Fosco Fortunati e di Santa Fiora Federico Balocchi. Piuttosto restio all’idea di fusione il primo e decisamente convinto, invece, che la fusione è una formula favorevole allo sviluppo delle due comunità, il secondo: “Io sono andato ad ascoltare le opinioni dei miei concittadini in una veste neutralissima- spiega Fortunati-. Perché quando si esprimono idee e riflessioni, nulla è precluso, ma è tutto da scandagliare. È un motivo di soddisfazione che i miei concittadini siano curiosi e abbiano finalmente voglia di discussione. Io- continua- sono andato a riproporre quanto già detto nelle due precedenti assemblee e cioè che davanti a noi ci sono tre possibilità: unione dei comuni, convenzioni con altre realtà territoriali e fusione. La gente ha necessità di capire quali siano le soluzioni idonee e dunque ben vengano gli incontri. Aggiungo solo che era presente Faustino Conigli, sindaco di Trecastelli, comune nato alla fusione di tre comuni. Ma quei tre comuni sono raccolti in 40 chilometri quadrati e dunque sono assai meglio governabili dei nostri. Nel nostro caso solo il comune di Castell’Azzara oltrepassa di gran lunga i 40 chilometri”. Fortunati, dunque, resta nella sua posizione d’ascolto, sebbene si capisca il suo orientamento verso un rafforzamento dell’Unione dei comuni. L’assessore all’ambiente di Castell’Azzara, invece, Marzio Mambrini, è stato più esplicito, sottolineando soprattutto i problemi che un’eventuale fusione provocherebbe: “Ho fatto presente nel corso della discussione che è stata molto produttiva- racconta- i problemi scuole, poste, caserme e altro. Scuole, ad esempio: Castell’Azzara adesso ha una scuola che vive solo perché Sorano manda i ragazzi qui a Castell’Azzara. Santa Fiora è in affanno coi numeri. In un solo comune non potranno certo resistere due scuole. Così come due caserme o due uffici postali, poiché si sa bene che Poste italiane ha l’obbligo di tenere aperto un ufficio in ogni comune. E ancora: il comune che nascerebbe con la fusione resterebbe comunque sotto i 5000 abitanti. Allora che si fa? Si va a cercare un altro comune che si fonda con questo per obbedire alla legge dei numeri? Insomma, mi pare che vi siano un sacco di inghippi. Meglio sarebbe un’Unione forte dei suoi quasi 20.000 abitanti, capace di interloquire con la cabine di regia”. Presenti a entrambe le riunioni, Marcello Bianchini di Arcidosso che per primo, anni or sono, lanciò l’idea delle fusioni, che così commenta: “A Castell’Azzara c’erano 74 persone e a Santa Fiora 48. A Castell’Azzara erano presenti anche il sindaco Fortunati e l’assessore Marzio Mambrini, entrambi dichiaratamente schierati contro ogni ipotesi di fusione; ma al tempo stesso democraticamente inclini a consultare, attraverso il referendum che la Regione Toscana sarà chiamata a convocare con il benestare di entrambi i consigli comunali, i propri cittadini”. E a proposito di Santa Fiora, Bianchini osserva: “Deplorevolmente assente in toto la minoranza; presente il sindaco Federico Balocchi, che ha rilevato la inefficienza della Unione dei Comuni Amiata Grossetana ed ha dichiarato la necessità di consultare i propri cittadini sulla ipotesi di fusione con Castell’Azzara”.