Il Natale evoca il bianco candore della neve; lo evoca anche se poi, in fin dei conti qui da noi, ha sempre nevicato poco. Evoca tanto bianco. Non so perché ma il Natale è per me la luce, e la luce è bianca. Viene nella notte dell’inverno più freddo, ma porta con sé calore e luminosità. E’ una finzione teatrale, recitata attraverso un registro interpretativo lontano dalla miseria del vero. E’ un sogno. Un furto con scasso alla disperazione umana, che cerca in questo santo giorno di darsi un contegno. E tutto intorno al candore bianco della tovaglia, facce di mamme, di babbi, di figli e di nonni, che quasi sempre finiscono, anche in questa sacra giornata, per parlare, di soldi, politica, salute, e interessi personali. E’ un’atmosfera fragile quella natalizia, che si aggrappa a profumi e sapori di cibi. Che la bocca sia il simbolo natalizio è un dato di fatto. Essa mangia, canta, prega, ride e piange sul concime di luminarie, di addobbi fasulli, di sentimenti simulati. E’ la bocca, che conduce allo stomaco e poi giù fin dentro l’intestino, tutto quello che mangeremo in questa santa, immacolata festività. Tutto un universo gastronomico condannato a far la fine che merita, come un peccato in un girone infernale dantesco; tra bocche e culi si svolge il santo natale. Digiunate per Natale. Leggete un buon libro e fatevi un buon thè, mentre ascoltate musica, non quella del mondo, ma del vostro cuore. Mettetevi i tappi agli orecchi, non fate uscir niente da voi, e niente fate entrare. Così vi ascolterete meglio. E non è detto che sia un bell’ascoltare, ma almeno per una volta sarà un vero ascoltare. Non fate buone azioni, come aprire la gabbia al canarino per farlo volar via libero nel cielo, perché è freddo, morirebbe, il canarino poi non sa vivere libero, ama la sua schiavitù; se volete proprio fare una buona azione derattizzate, perché i topi sono un vero flagello di dio. La spesa non fatela, barricatevi in casa senza mangiare e bere, non chiamate nessuno, ma dormite, dormite tanto, ché il sonno aiuta a farlo passare in fretta il Santo Natale. Poi, forse, il prossimo Natale si vedrà.